PROVINCIA DI PUGLIA DEI SANTI NICOLA E ANGELO

DEI FRATI MINORI CONVENTUALI

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Bari, 29 settembre 2006

Oggetto: Lutto della Provincia per la morte di 4 giovani partecipanti al Meeting Josefino.

Carissimi fratelli, sorelle e amici,

con l'animo pieno di dolore vi comunico che la celebrazione del 3° Meeting Josefino dei giovani, previsto per i giorni 23-24 settembre 2006 in Copertino, si è trasformato in tragedia a causa dell'incidente mortale, occorso a cinque giovani partecipanti di Monte S. Angelo.

Luigi Trotta , di anni 19, Orazio Ciociola , di anni 17, e Gianluca Rinaldi di anni 18 sono deceduti in seguito all'impatto della loro auto con una Opel Zafira nel primo pomeriggio del 23 settembre 2006; mentre Libero Davide D'Arienzo , di anni 21 e Giovanni Rignanese , di anni 15 venivano trasportati nell'ospedale di Lecce in gravissime condizioni. Libero Davide è deceduto la sera del 26 settembre, mentre le condizioni di Giovanni restano gravi.

Il Meeting Josefino è stato annullato e i frati intervenuti, con in testa la comunità di Copertino si sono dedicati ai soccorsi e all'accoglienza dei familiari affranti e inconsolabili.

Il gruppo dei giovani di Monte S. Angelo, che occupavano un pulmino e una automobile Fiat Cinquecento erano giunti in anticipo e si stavano recando alla vicina marina di Copertino, località di S. Isidoro, per consumare il pasto, quando ad un incrocio è avvenuto il tremendo impatto tra la Cinquecento e la Opel Zafira.

I nostri ragazzi, sbalzati fuori dell'auto, sono stati subito soccorsi dagli amici che erano nel pulmino e dal personale delle ambulanze.

Potete immaginare quale situazione straziante è apparsa agli occhi miei e dei frati, quando siamo giunti da Copertino: le giovani vite stroncate, il pensiero dei loro familiari, repentinamente privati dei loro figli, due comunità, Monte S. Angelo e Copertino così amaramente e duramente colpite.

I tre giovani deceduti, Luigi, Orazio e Gianluca sono stati composti nell'Ospedale di Copertino, in attesa dei familiari, giunti in nottata, mentre Libero Davide e Giovanni venivano curati nell' ospedale “Fazzi” di Lecce, nell'estremo tentativo di salvare loro la vita.

Dopo la S. Messa di suffragio, presieduta dal vescovo di Nardò –Gallipoli mons. Domenico Caliandro , nel Santuario di S. Giuseppe da Copertino, le salme, accompagnate dai familiari e dai frati, sono state trasportate a Monte S. Angelo, dove tutta la cittadina era ad accoglierle. Nella chiesa della SS. Trinità, dove è stata allestita la camera ardente, una folla senza fine di giovani, adulti, anziani, autorità e semplici cittadini, hanno vegliato in preghiera fino a tarda notte.

Alla messa funebre, presieduta dall'arcivescovo diocesano mons. Domenico D'Ambrosio e concelebrata da sacerdoti diocesani e frati, nella piazzetta antistante l'antica chiesetta delle monache di S. Chiara, era presente la stessa folla del giorno prima, con le autorità cittadine e provinciali e con i gonfaloni dei comuni di Copertino e Monte S. Angelo. Al termine, un mesto lunghissimo corteo ha accompagnato fino al cimitero, le tre bare, portate a spalla dagli amici e circondate dai parenti e dai frati in preghiera. In serata gli amici dei tre giovani hanno portato conforto ai familiari con una fiaccolata, sostando e pregando davanti alla casa di ognuno di loro.

Tutto ciò è avvenuto nella speranza della guarigione degli altri due giovani degenti nell'ospedale “Fazzi” di Lecce. Invece la sera del 26 settembre è spirato anche Libero Davide d'Arienzo , che era alla guida della Cinquecento al momento dell'incidente e che aveva subito vari delicati interventi chirurgici.

Il dolore si rinnova e anche per Libero Davide, si raccoglie l'intera città di Monte S. Angelo, si annullano molte manifestazioni civili previste per la festa patronale di S. Michele Arcangelo, e viene ripetuto, il 28 settembre, quanto era avvenuto tre giorni prima, per gli altri tre giovani: veglia notturna, concelebrazione eucaristica, corteo, fiaccolata.

Resta in tutti noi la speranza che il quinto giovane, coinvolto nell'incidente, Giovanni, possa recuperare la salute e ritornare tra i suoi cari.

Cari fratelli, grande è il dolore di tutti noi: familiari, frati, comunità parrocchiale, amici e conoscenti. Abbiamo chiesto al Signore conforto e speranza. Occorre tempo per comprendere i Disegni del Signore e soprattutto per accettarli e seguirli. Intanto desideriamo esprimere a Dio gratitudine e riconoscenza per tanta sensibilità, solidarietà e vicinanza sperimentata in questa circostanza.

Grazie ai familiari per l'esempio di dignitosa sofferenza e di disponibilità nel fare la volontà di Dio, grazie per questi giovani, che essi ci hanno donato.

Grazie al Sindaco dott. Gianni Marcucci e alle autorità di Copertino e della Provincia di Lecce per la personale e istituzionale disponibilità a sostenere le famiglie e ad aiutarci nei numerosi e intricati problemi burocratici; per la presenza ai funerali in Copertino e Monte S. Angelo.

Grazie al Sindaco dott. Antonio Nigri e alle autorità di Monte S. Angelo per la presenza, la solidarietà e la disponibilità avuta in ogni momento di questo triste evento.

Grazie ai tantissimi copertinesi per la ospitale accoglienza nelle loro case, dei giovani partecipanti al Meeting Josefino, poi tramutatasi in accoglienza delle famiglie, venute a Copertino per prelevare i propri figli, vivi o defunti.

Grazie a tantissima gente, persone delle Istituzioni, di enti, di associazioni e semplici cittadini di Copertino e di Monte S. Angelo, che hanno in qualunque modo aiutato e che hanno voluto far sentire la loro presenza e il loro affetto di persona o con un messaggio.

La morte di questi giovani è salita sulla cattedra del 3° Meeting Josefino dei giovani per condurci a riflettere sui valori essenziali della nostra esistenza: solo Gesù crocifisso, morto e risorto, è il riferimento della nostra vita. Egli ci è stato donato per ridare speranza all'uomo pellegrino e soggetto alla morte. Abbiamo sperimentato la consapevolezza tangibile della precarietà e della fragilità della vita, che è una continua prova, e condiviso la presenza di tanta solidarietà e bontà tra la nostra gente, non dettata solo dalla pietà per la giovane età delle vittime, ma dalla sensibilità per ogni uomo in difficoltà. Questa dolorosa esperienza è invito e impegno a interpretare nella fede i segni e la volontà di Dio, che ci guida al bene, anche attraverso la sofferenza e la morte.

Rafforziamo i nostri sentimenti di comunione di preghiera alla scuola del nostro Padre S. Francesco per imparare a riconoscere come sorella anche la morte, uniti dall'amore di Dio, che è Padre dei vivi e dei defunti.

Il Signore ci dia la Pace!

Fra Giuseppe Piemontese OFMConv. Ministro provinciale