Noicattaro, 17 febbraio 2008 Ritiro Regionale di Quaresima. Zona Centro.
“Supponi che Dio ti voglia riempire di miele [simbolo della tenerezza di Dio e della sua bontà] se tu però sei pieno di aceto, dove metterai il miele?” dice S. Agostino. Anno del Signore 2008! E' nel Signore, è in Gesù che le speranze del cristiano trovano un futuro! In un Ritiro a dimensione Regionale diventano incarnate le parole del Papa nell'Enciclica “Spe Salvi”: “… le nostre esistenze sono in profonda comunione tra loro…” come la nostra Grande Famiglia Francescana oggi proveniente da varie direzioni della Puglia
La Speranza umana necessita di alcuni bisogni: - Esistere, il bisogno nella nostra fisicità di buona salute, vita longeva. - Conoscere, sentiamo di essere sulla terra e abbiamo bisogno di dare un senso alla nostra vita e così ci impegniamo nella ricerca della Verità per giungere poi a dire “Dio esiste!” - Amare, abbiamo bisogno di amare ed essere amati. - Eternità, abbiamo bisogno di proiettare il nostro bene verso il futuro per renderlo concreto. L'Applicazione della Speranza cristiana presuppone innanzitutto il ripetersi che l'ultima Parola è di Dio anche se diversa da come io me la sarei aspettata. C'è poi da viversi l'Attesa. Questi giorni che precedono la Risurrezione del Cristo (Quaresima) ci fanno comprendere bene come la nostra Speranza non sta in “qualcosa” ma in “Qualcuno”. Chi attendo? Il Signore che mi viene a donare la vita eterna. Come attendo? Secondo la Sapienza Francescana, al modo di Francesco d'Assisi: da Secolare uso i giorni della mia vita (attesa) in preghiera, facendo seguire alla preghiera tutti i miei impegni, nella vita familiare, nella dimensione sociale, prospettando “il fare” in virtù della speranza che mi dona il Risorto. Primo modello dell'Attesa resta sempre per noi Maria, la Madre di Gesù, capace di attendere in preghiera le ultime parole di Dio Padre.
Il tutto si è concluso con un momento di preghiera animato da Padre Giovanni………OfmConv. E' ormai ora di tornare a casa. Porteremo nei nostri cuori e nelle nostre Fraternità una gioia sempre nuova e rinnovata: questa volta il segno che ci è stato consegnato per questo cammino quaresimale è uno “straccio sporco”. L'impegno è quello che ci suggerisce Monsignor Don Tonino Bello: da cristiani-francescani-secolari sporchiamoci le mani! Cristo non è venuto per proclamare da un pulpito ma è sceso nelle situazioni della gente comune, la più lontana dal Padre producendo vita nuova dal di dentro. Francesco è andato tra i lebbrosi portando servizio e rinnovando se stesso. Elisabetta ha imboccato le vie degli umili per sfamare i poveri del suo tempo. Pace e Bene e … Buon lavoro!
Filomena Natalini Ministra O.F.S. di Bisceglie
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