O.F.S.

-SULL'ONDA DELL'EMOZIONE

Accettando l'invito di p. Francesco e fra Rufino provo a descrivere le emozioni suscitate in me dall'esperienza appena conclusa ad Assisi. Non è facile, non sono abituata a raccontarmi ma desidero, scrivendole, mettere un po' di ordine nel mio cuore.

Perché possiate seguire il percorso dei miei sentimenti in questi giorni, devo necessariamente raccontarvi qualcosa di me. Sono una novizia di una Fraternità Ofs , ho intrapreso questo cammino poco più di 3 anni fa.

Ma devo fare un passo ancora più indietro. Per molti anni sono stata lontana dalla pratica religiosa.

Era appena passato il periodo dell'adolescenza, in cui è facile farsi condizionare da un'amicizia che irride al sentimento religioso; sono gli anni in cui andare in chiesa è considerato un obbligo noioso da assolvere.

Mi ritrovai, così, a fronteggiare da sola la morte di mia madre, un dolore troppo grande, senza un Dio che mi accarezzasse l'anima. E, così, la mia reazione fu quella di rifiutarLo completamente, di bollarLo come un Dio cattivo. Gli anni poi sono passati così, fuori dalla chiesa.

Il lavoro, la famiglia, gli amici impegnavano la mia mente e le mie forze: ma c'era sempre un senso di solitudine che mi accompagnava, e che diventava sempre più grande man mano che i figli crescevano e io riacquistavo un po' di tempo “interiore”.

A un certo punto, riflettendo su certi avvenimenti della mia vita, ho incominciato a convincermi che certamente c'era un angelo custode (mia madre?), che mi proteggeva. Ho incominciato a desiderare di “rientrare in chiesa”, ma mi sentivo un'estranea, le poche volte (devo confessare) che andavo ad ascoltare la messa, rimanevo isolata anche perché non conoscevo nessuno.

Poi, un giorno, nel 1997, il Signore mi ha offerto la possibilità di ...”rompere il ghiaccio”: me l'ha offerta tramite il mio lavoro. Da quel momento mi è sembrato che mi abbia dato spinte sempre più forti attraverso incontri o avvenimenti più o meno speciali. Come ho già detto, ora sto seguendo un cammino di preparazione, di discernimento interiore in cui gli interrogativi rimangono talvolta senza risposta.

In questa fase del mio cammino la preghiera che più frequentemente e spontaneamente mi sale alle labbra è: Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio... perché io non so se sarò capace di un impegno così grande come è quello di entrare a far parte di un ordine, io con le mie debolezze, i miei interrogativi! E mi chiedo se la mia voglia di “fare qualcosa per gli altri” non possa realizzarsi in una qualsiasi associazione di solidarietà fuori dalla chiesa; e mi chiedo ancora se il mio modo di pregare, intimo, discreto, essenziale sia quello giusto per una “francescana secolare”. Io immagino sempre che il Signore, a braccia conserte, sorridendo sotto la sua lunga barba bianca, mi dica: Prega, prega, accarezzati l'anima, ma quando ti rimbocchi le maniche e fai qualcosa per i tuoi fratelli? Credo fermamente che il Signore preferisca essere lodato più con un'opera di carità che con una preghiera.

Bene, è con questi sentimenti che ho iniziato questa settimana di formazione: una settimana in cui mi è sembrato di percorrere un po' anche i passi della mia anima.

Rivotorto: un incontro che trasforma Francesco…. e la mia mente va agli incontri e agli avvenimenti che hanno segnato la mia vita.

San Damiano: Altissimo Onnipotente Dio, illumina le tenebre del cuore mio… è quello che, insistentemente chiedo al Signore e che più insistentemente che mai ho chiesto in questi giorni.

Gli incontri con le clarisse: il carisma francescano al femminile, in cui non tanto mi ritrovo, sono un'attiva, non una contemplativa. Ma nel colloquio con suor Veridiana mi ha colpito un passaggio: il riferimento ai suoi periodi bui, alle sue crisi, a quelle che, molto probabilmente, hanno attraversato anche i cuori di Francesco e Chiara. Mi sono sentita rincuorata!

Sono salita a La Verna con questa richiesta martellante: Illuminami! E lì, nel “deserto” ho incominciato a leggere i brani delle Fonti Francescane indicatici come il pane e l'acqua del giorno.

Perciò ogni persona, di qualsiasi condizione, sesso ed età, può trovare in lui limpide direttive di sana dottrina e splendidi esempi di opere virtuose. (...) Chi invece preferisse un cammino meno arduo e esercizi più modesti, temendo di non farcela a scalare la cima del monte, guardi ancora a lui: vi troverà gli insegnamenti adatti anche a questo grado di vita spirituale (FF. 477).

Ho letto e riletto: sembra proprio che sia il caso mio!

E più avanti: Gli riusciva più facile compiere le cose più perfette che predicarle, poiché, più che alle parole che rivelano la virtù ma non fanno l'uomo virtuoso, impiegava tutte le sue forze in opere sante (FF. 483).

Ma, allora, io non sono proprio “fuori tema”!

Mi sento incoraggiata: i cactus del mio deserto cominciano a fiorire!

Basilica di S. Francesco: siamo giunti al “centro”, come ha detto p. Francesco. Conscia delle mie debolezze, fiduciosamente, sulla sua tomba, mi sono affidata a Francesco, che, con Chiara, ora lo so, mi sosterrà, tra salite e discese, in questo mio cammino di “discernimento”.

Questa mattina mi sono svegliata con un ritornello insistente nelle orecchie:

“Ti ringrazio, mio Signore. Alleluia!”.

Novizia Ofs

 

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