Vedi Messaggi | Scrivi Messaggio

Ci sono 2986 messaggi in 299 pagina/e

21/02/2010 05:38:54 Voto:
Dal lungo prato di nostra vita i grossi mandorli fioriti e pettirossi incoloriti,danzano e cantano nel madernale manto di felicità,nel paradiso di nostro pensier Francesco.
 onofrio  IP:87.3.92.169 http://

19/02/2010 11:53:38 Voto:
E quale estasi gli procurava la bellezza dei fiori, quando ammirava le loro forme o ne aspirava la deli***a fragranza!

[dalle FF 460]
...aria di pimavera!  IP:87.11.25.232 http://

18/02/2010 10:18:35 Voto:
Il Signore farà scorrere su Gerusalemme un fiume di pace e di salvezza
carmela  IP:93.43.130.1 http://

17/02/2010 08:11:20 Voto:
Tu ami tutte le creature,Signore,e nulla disprezzi di ciò che hai creato;tu dimentichi i pec***i di quanti si convertono e li perdoni, perchè tu sei il Signore nostro Dio.
carmela  IP:93.43.161.44 http://

17/02/2010 03:08:03 Voto:
Un giorno la cità celeste,spunterà dalle nubi che avvolgono l'umanità,e tutto sarà più giusto.
 onofrio  IP:87.17.64.139 http://

16/02/2010 19:29:00 Voto:
<<Tutto procede da Dio; non però restando noi come sonnacchiosi, come restii ad ogni sforzo, quasi contro voglia.

Senza la tua volontà, in te non ci sarà la giustizia di Dio. Indubbiamente la volontà non è che la tua, la giustizia è solo di Dio.

Senza la tua volontà la giustizia di Dio può esserci, ma in te non può esserci se sei contrario.

Perciò chi ti ha formato senza di te, non ti renderà giusto senza di te>>.

[S. AGOSTINO, Sermo 169,11,13]
lena  IP:95.239.86.250 http://

16/02/2010 07:45:49 Voto:
Mi soffermo in primo luogo sul signifi***o del termine "giustizia", che nel linguaggio
comune implica "dare a ciascuno il suo - dare cuique suum", secondo la nota espressione
di Ulpiano, giurista romano del III secolo. In realtà, però, tale classica definizione non
precisa in che cosa consista quel "suo" da assicurare a ciascuno. Ciò di cui l’uomo ha
più bisogno non può essergli garantito per legge. Per godere di un’esistenza in
pienezza, gli è necessario qualcosa di più intimo che può essergli accordato solo
gratuitamente: potremmo dire che l’uomo vive di quell’amore che solo Dio può
comunicargli avendolo creato a sua immagine e somiglianza. Sono certamente utili e
necessari i beni materiali – del resto Gesù stesso si è preoccupato di guarire i malati, di
sfamare le folle che lo seguivano e di certo condanna l’indifferenza che anche oggi
costringe centinaia di milioni di essere umani alla morte per mancanza di cibo, di
acqua e di medicine -, ma la giustizia "distributiva" non rende all’essere umano tutto il
"suo" che gli è dovuto. Come e più del pane, egli ha infatti bisogno di Dio. Nota
sant’Agostino: se "la giustizia è la virtù che distribuisce a ciascuno il suo... non è
giustizia dell’uomo quella che sottrae l’uomo al vero Dio" (De civitate Dei, XIX, 21).
benedetto XVI  IP:93.43.160.51 http://

15/02/2010 07:47:54 Voto:
La nostra Vita non è un insieme di coincidenze,
è lo specchio di noi stessi.
la vita  IP:93.43.129.42 http://

14/02/2010 07:51:19 Voto:
Santa Maria, donna innamorata, roveto inestinguibile di amore, noi dobbiamo chiederti perdono per aver fatto un torto alla tua umanità. Ti abbiamo ritenuta capace solo di fiamme che si alzano verso il cielo, ma poi, forse per paura di contaminarti con le cose della terra, ti abbiamo esclusa dall'esperienza delle piccole scintille di quaggiù. Tu, invece, rogo di carità per il Creatore, ci sei maestra anche di come si amano le creature. Aiutaci, perciò, a ricomporre le assurde dissociazioni con cui, in tema di amore, portiamo avanti contabilità separate: una per il cielo (troppo povera in verità), e l'altra per la terra (ricca di voci, ma anemica di contenuti).

Facci capire che l'amore è sempre santo, perché le sue vampe partono dall'unico incendio di Dio. Ma facci comprendere anche che, con lo stesso fuoco, oltre che accendere lampade di gioia, abbiamo la triste possibilità di fare terra bruciata delle cose più belle della vita.

Perciò, Santa Maria, donna innamorata, se è vero, come canta la liturgia, che tu sei la «Madre del bell'amore», accoglici alla tua scuola. lnsegnaci ad amare. È un'arte difficile che si impara lentamente. Perché si tratta di liberare la brace, senza spegnerla, da tante stratificazioni di cenere.

Amare, voce del verbo morire, significa decentrarsi. Uscire da sé. Dare senza chiedere. Essere discreti al limite del silenzio. Soffrire per far cadere le squame dell'egoismo. Togliersi di mezzo quando si rischia di compromettere la pace di una casa. Desiderare la felicità dell'altro. Rispettare il suo destino. E scomparire, quando ci si accorge di turbare la sua missione.

Santa Maria, donna innamorata, visto che il Signore ti ha detto: «Sono in te tutte le mie sorgenti», facci percepire che è sempre l'amore la rete sotterranea di quelle lame improvvise di felicità, che in alcuni momenti della vita ti trapassano lo spirito, ti riconciliano con le cose e ti danno la gioia di esistere.

Solo tu puoi farci cogliere la santità che soggiace a quegli arcani trasalimenti dello spirito, quando il cuore sembra fermarsi o battere più forte, dinanzi al miracolo delle cose: i pastelli del tramonto, il profumo dell' oceano, la pioggia nel pineto, l'ultima neve di primavera, gli accordi di mille violini suonati dal vento, tutti i colori dell'arcobaleno... Vaporano allora, dal sotto suolo delle memorie, aneliti religiosi di pace, che si congiungono con attese di approdi futuri, e ti fanno sentire la presenza di Dio.

Aiutaci, perché, in quegli attimi veloci di innamoramento con l'universo, possiamo intuire che le salmodie notturne delle claustrali e i balletti delle danzatrici del Bolscjoi hanno la medesima sorgente di carità. E che la fonte ispiratrice della melodia che al mattino risuona in una ***tedrale è la stessa del ritornello che si sente giungere la sera... da una rotonda sul mare: «Parlami d'amore, Mariù».(don Tonino Bello)
....l'amore.....  IP:93.43.129.42 http://

14/02/2010 07:47:47 Voto:
I love you. Je t'aime. Te quiero. Ich liebe Dich.

Ti voglio bene, insomma.

Io non so se ai tempi di Maria si adoperassero gli stessi messaggi d'amore, teneri come giaculatorie e rapidi come graffiti, che le ragazze di oggi incidono furtivamente sul libro di storia o sugli zaini colorati dei loro compagni di scuola.

Penso, però, che, se non proprio con la penna a sfera sui jeans, o con i gessetti sui muri, le adolescenti di Palestina si comportassero come le loro coetanee di oggi.

Con «stilo di scriba veloce» su una corteccia di sicomòro, o con la punta del vincastro sulle sabbie dei pascoli, un codice dovevano pure averlo per trasmettere ad altri quel sentimento, antico e sempre nuovo, che scuote l'anima di ogni essere umano quando si apre al mistero della vita: ti voglio bene!

Anche Maria ha sperimentato quella stagione splendida dell'esistenza, fatta di stupori e di lacrime, di trasalimenti e di dubbi, di tenerezza e di trepidazione, in cui, come in una coppa di cristallo, sembrano distillarsi tutti i profumi dell'universo.

Ha assaporato pure lei la gioia degli incontri, l'attesa delle feste, gli slanci dell' amicizia, l'ebbrezza della danza, le innocenti lusinghe per un complimento, la felicità per un abito nuovo.

Cresceva come un' anfora sotto le mani del vasaio, e tutti si interrogavano sul mistero di quella trasparenza senza scorie e di quella freschezza senza ombre.

Una sera, un ragazzo di nome Giuseppe prese il coraggio a due mani e le dichiarò: «Maria, ti amo». Lei gli rispose, veloce come un brivido: «Anch'io». E nell'iride degli occhi le sfavillarono, riflesse, tutte le stelle del firmamento.

Le compagne, che sui prati sfogliavano con lei i petali di verbena, non riuscivano a spiegarsi come facesse a comporre i suoi rapimenti in Dio e la sua passione per una creatura. Il sabato la vedevano assorta nell' esperienza sovrumana dell'estasi, quando, nei cori della sinagoga, cantava: «O Dio, tu sei il mio Dio, dall'aurora ti cerco: di te ha sete l'anima mia come terra deserta, arida, senz'acqua». Poi la sera rimanevano stupite quando, raccontandosi a vicenda le loro pene d'amore sotto il plenilunio, la sentivano parlare del suo fidanzato, con le cadenze del Cantico dei Cantici: «Il mio diletto è riconoscibile tra mille... I suoi occhi, come colombe su ruscelli di acqua... Il suo aspetto è come quello del Libano, magnifico tra i cedri...».

Per loro, questa composizione era un'impresa disperata. Per Maria, invece, era come mettere insieme i due emistichi d'un versetto dei salmi.

Per loro, l'amore umano che sperimentavano era come l'acqua di una cisterna: limpidissima, sì, ma con tanti detriti sul fondo. Bastava un nonnulla perché i fondigli si rimescolassero e le acque divenissero torbide. Per lei, no.

Non potevano mai capire, le ragazze di Nazaret, che l'amore di Maria non aveva fondigli, perché il suo era un pozzo senza fondo.
continua........  IP:93.43.129.42 http://

Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299

Developed by: ASPJar.com