Presentato a montescaglioso

Il libro:



Ringrazio il professore Nunzio Buonsanti che presentando il mio libro ha detto tra l’altro: Innanzitutto premettetemi sin da subito di ringraziare la Fraternità dei Padri Cappuccini di
Montescaglioso, il Terz’Ordine Francescano e il guardiano Padre Piero per l’opportunità che
mi viene data nel presentare questo nuovo volume della collana storica “I Cappuccini nella
Puglie”, dal titolo EVANGELIZZAZIONE E PROMOZIONE UMANA - La missione
dei Cappuccini di Puglia in Mozambico - 1951-2018”. L’emozione, nel fare tutto ciò, è
doppia in quanto come sapete, in casa ho respirato aria francescana e – oserei dire –
missionaria in quanto mia madre, Maria Tonini, era cugina di padre Prosperino e conservo di
lui tanti bei ricordi. Ho un solo rammarico: quello di non aver preso sul serio la sua parola che
spesso mi invitava a raggiungerlo in Mozambico, per vivere una esperienza a stretto contatto
con lui e con i suoi fratelli e sorelle mozambicane.



Quando i Frati Cappuccini arrivano in Mozambico è il 1951, è il periodo in cui la maggior
parte delle grandi nazioni europee diede inizio al cosiddetto “processo di decolonizzazione”. Questo avveniva in due modi: o con la pace o con la guerra. Il Portogallo in questo periodo era guidato governato dal dittatore António de Oliveira Salazar e, quindi, non volle cedere assolutamente
l’indipendenza alle colonie portoghesi. La popolazione mozambicana, allora, si
organizzò, nel 1962, nel movimento armato Fronte per la liberazione del Mozambico
(FRELIMO). A partire dal 1964, il FRELIMO diede inizio alla Guerra d'indipendenza del
Mozambico. Dopo 10 anni di combattimenti, e poco dopo il ritorno della democrazia in
Portogallo con la Rivoluzione dei garofani, il FRELIMO ottenne l’indipendenza del paese (settembre 1974). I coloni portoghesi furono espulsi o fuggirono con propri mezzi, e il 25 giugno 1975 il
il leader del FRELIMO, Samora Machel, fu il primo presidente del Mozambico.

Divenuto indipendente, il Mozambico si trovò in uno stato di crisi economica e totale
mancanza di manodopera qualificata (ad esempio, nel 1975 erano presenti solamente 80
medici). Il FRELIMO rispose a questa situazione e alla congiuntura della Guerra fredda
allineandosi politicamente con l'Unione Sovietica e chiedendo supporto ai paesi del blocco
comunista. Il Mozambico divenne un paese socialista. Ben presto, però, nacque in Mozambico un movimento di diliberazione anti-comunista detto RENAMO. Nei primi anni ottanta, iniziò una
serie di attacchi contro le strutture del paese trascinando il Mozambico in una guerra civile che si
concluse nel 1992 con gli accordi di Sant’Egidio con la mediazione del governo italiano.


Questa la storia del Mozambico; questa la storia di quella terra in cui
i Frati Cappuccini dovettero operare sin da quel lontano 1951… Storia mozambicana cha ha
visto protagonisti due nostri concittadini: Padre Prosperino Gallipoli e fra Antonio Trigiante.
Non ho letto, e sono sincero, l’intero volumetto che stasera andiamo a presentare, ma da quel poco che ho letto ho subito compreso che l’anima di questo libro è la vicenda personale dell’autore, dove evidenzia le sue emozioni, i suoi pensieri e i ricordi di una vita appassionata nel servizio al popolo mozambicano, che affiora anche nell’uso frequente di termini propri delle lingue banthu che aiutano il lettore a immergersi in quell’ambiente. Nel continuare a leggere il libro, un paio di aspetti hanno attirato la mia attenzione. Il primo sta nella consapevolezza che la più alta espressione della nostra vocazione battesimale è l’annuncio missionario del Vangelo. Una vocazione che, credo per qualunque missionario, diventa una «passione», come deve essere.



Non a caso, nella prima parte del volume, oltre alla descrizione dello scenario storico piuttosto travagliato, in cui versava il Mozambico, si legge con piacere l’avvenuta assimilazione delle istanze del Concilio Vaticano II (1962-1965) perché anche l’attività missionaria entrasse in quel processo di inculturazione, che permette il passaggio del buon «seme del Vangelo» da una cultura all’altra. Infatti, nel primo dei tre capitoli, che compongono il presente volume, il lettore si ritrova nel contesto socio-politico ove i frati pugliesi, giunti in Mozambico nel 1951, hanno svolto l’opera di evangelizzazione per circa settant’anni. Accanto all’apostolato propriamente detto, la missione è stata subito arricchita dalla realizzazione di prime opere sociali e strutture religiose, nel mezzo dei tragici

avvenimenti vissuti per decenni dal popolo mozambicano.



Ne cito alcuni: Camillo Campanella, compagno del p. Monticchio in seminario prima e poi nella missione, ucciso dai guerriglieri della Renamo nel 1989.

Prosperino Gallipoli, che “prese per mano”, dandole un’adeguata struttura sociale e religiosa, quella ricerca che, portò ad una promozione umana sorta “dal di dentro” delle culture locali.

E infine Carlo Patano, un cappuccino d’altri tempi, il cui modo di evangelizzare con una vita dimessa e sacrificata, fatta di silenzio, preghiera e solitudine era noto a tutti i missionari della Zambézia.

Il capitolo si conclude con la presentazione di due frati dei quali per la prima volta si pubblicano testimonianze e vicende personali: Francisco Chimoio, frate cappuccino mozambicano e attuale arcivescovo di Maputo, col racconto del suo sequestro e del successivo rilascio, ad opera della Renamo nel 1982, e il compianto fra Marcello Bavaro, appartenente al primo gruppo missionario del 1951, i cui scritti riportano in modo vibrante la sua esperienza missionaria.
Infine questo volume è impreziosito da fonti documentarie, da immagini e da una ricca
bibliografia di supporto.

Grazie Padre Prosperino, grazia fra Antonio, grazie a tutti i missionari, ai laici, alle suore, ai frati, ai sacerdoti, che nel silenzio e nella preghiera hanno fecondato dal di dentro l’azione e l’apostolato e che, proprio come indica Francesco d’Assisi, si sono dedicati ai piccoli gesti di dialogo e di accoglienza, di attenzione a leggere i segni della presenza di Dio nella vita di un
popolo e della sua cultura senza fare «liti o dispute».