In occasione del Capitolo dei cappuccini, uno sguardo necessario

alla storia passata, presente e futura della diocesi di Quelimane

La Chiesa della Zambesia nella tradizione apostolica


dal nostro inviato in Mozambico


fra Pier Giorgio Taneburgo

Sul lungomare di Quelimane, con una veduta assai particolare e suggestiva verso le isole che la fronteggiano, Inhassunge per prima, si trova l’antica cattedrale della città.

La si vede con le mura in rovina, ma sono stati approntati un progetto ed una colletta per restaurarla.

Chissà che la prossima volta in cui vi giungerò, non siano avviati o già conclusi tali lavori. Ha un’architettura tipica coloniale.

Il guardiano, sacrista in pectore, ce l’ha fatta visitare tutta intera, compresa la povera stanza adibita a suo dormitorio.

I loggiati esterni e laterali sono due, fiancheggianti il corpo centrale. Lo spazio interno è formato da una sola navata e il titolo è quello della Natività della B.V. Maria, mentre l’odierno patrocinio è di Nossa Senhora do Livramento.

Vi sono anche delle sepolture proprio ai piedi del presbiterio, ove vengono ricordate le storie di alcuni portoghesi, che trovarono la morte oltremare e furono tumulati in chiesa nel XIX secolo. Il pavimento è tutto da recuperare.

Il grave problema è che anche la nuova cattedrale sembra bisognosa di urgenti lavori di manutenzione, perché il rivestimento esterno si sta rovinando e cade a pezzi.

Sono caratteristiche le vetrate colorate, che sicuramente ricorderà chi è stato in quella chiesa almeno una volta.

Sessant’anni esatti di storia e di vita festeggia la diocesi di Quelimane. Difatti, il 6 ottobre 1954 Papa Pio XII la eresse con la Costituzione Apostolica “Quandoquidem Christus”, smembrandola da quella di Beira.


Dom Francisco Nunes Teixeira , primo vescovo di Quelimane

Nominò come primo vescovo Dom Francisco Nunes Teixeira, un sacerdote portoghese di 44 anni di età, che prese possesso della nuova diocesi il 16 giugno 1955. Appena l’anno passato, il 20 ottobre 2013, è deceduto Mons. Bernardo Filipe Governo, frate cappuccino, che molti nostri missionari hanno conosciuto bene, incontrandolo più e più volte.


Mons. Bernardo Filipe Governo, vescovo di Quelimane

Era nato in Mucelua (Macuse, Namacurra) nel 1939, aveva frequentato il seminario minore a Zóbué e a Lourenço Marques. Nel 1965 chiese e ottenne l’autorizzazione al suo Ordinario di farsi cappuccino. Venne in Italia, studiò Teologia a Trento e il 4 ottobre 1969 celebrò la sua prima Messa. Fu Vicario capitolare dopo la partenza del Vescovo portoghese, che andò a sostituire il 10 ottobre 1976, giorno della sua consacrazione episcopale, ricevuta dall’allora arcivescovo

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Cardinale Mons. Francesco Colasuonno, Delegato apostolico in Mozambico e Nunzio apostolico in Zimbabwe
 
Mons. Francesco Colasuonno, delegato apostolico in Mozambico e nunzio apostolico in Zimbabwe (1974-19859. Dom Bernardo all’epoca non aveva nemmeno 38 anni. Oggi riposa nel cimitero di Coalane, vicino alle tombe dei tre frati martiri,


Memoria dei martiri di Inhassunge fra Camillo Campanella, fra Francesco Bortolotti e fra Oreste Saltori

fra Camillo Campanella, fra Francesco Bortolotti e fra Oreste Saltori, di P. Fortunato Simone ed altri cappuccini italiani e mozambicani ed altri missionari dehoniani.

Così cammina la Chiesa in ogni angolo della Terra. Non vi è mai interruzione nella catena apostolica e la Tradizione continua ad assicurare un pastore ad ogni Chiesa particolare, nel discernimento e nella decisione del vescovo di Roma.

Negli anni 1974-75 con la proclamazione dell’indipendenza del Mozambico numerosi missionari portoghesi, temendo rivalse, per evidenti motivi, preferirono lasciare il Paese. Anche l’arcivescovo della capitale, Mons. Custódio Alvim Pereira, si rifugiò a Roma. La conosceva bene per essere stato Padre conciliare durante le varie sessioni del Vaticano II.


Dom Alexandre J.M. dos Santos, ercivescovo emerito di Maputo cardinale dal 1988

Paolo VI nominò immediatamente al suo posto un frate minore, Dom Alexandre J.M. dos Santos, che fu il primo vescovo nativo mozambicano, creato cardinale nel 1988, vivente oggi a Maputo, novantenne.

C’è un legame stretto, dunque, fra la Chiesa mozambicana e l’Ordine francescano. I Minori insieme formano una Custodia e sono in tutto circa cinquanta, con conventi in diverse Province.

Fra di loro è stato scelto come vescovo, prima per cinque anni a Lichinga e poi dal 2008 a Quelimane, Dom Hilário da Cruz Massinga.


Mons. Hilário da Cruz Massinga, OFM, vescovo di Quelimane

Ha studiato alcuni anni all’Antonianum, a Roma. Il 17 luglio scorso mi ha accolto nella sua residenza con il saio indosso ed è sembrato fraternamente contento della mia visita. La croce pettorale che portava era un piccolo Crocifisso di San Damiano.

Insieme abbiamo dialogato sul Capitolo dei cappuccini,

l’iniziativa ChindeChiamaBari e il sostegno al progetto dell’Orfanotrofio con l’Associazione OASI,

la realizzazione di una nuova cappella a Inhassunge in memoria dei tre Martiri di 25 anni or sono.

Quando ci siamo spostati per visitare subito dopo la nuova cattedrale, un giovane si è avvicinato con un gran bel sorriso e mi ha proposto di acquistare due quadretti, da lui realizzati con foglie secche di banano.

Si chiamava Caimo. Ha mostrato inventiva nel reperire un modo per guadagnare qualche piccola cosa, oltre che evidente talento artistico nel prodotto finito, due scene della tradizione locale: ritorno di cacciatori con una gazzella catturata; palma e capanna sotto il sole africano.

Intanto alcune ragazze cantavano per strada e non ho capito ancora adesso il motivo. Pur rallegrandomene al solo pensiero, rimane un mistero l’insistenza gioiosa di quel canto. Oggi inconsciamente la collego alla Chiesa che a Quelimane è viva.

Essa dialoga con il variegato mondo maschile e femminile della vita consacrata e percepisce la possibilità di crescere ulteriormente nel solco della Tradizione. Ai missionari venuti da lontano sempre di più si affiancano sacerdoti e religiosi mozambicani, che rappresentano il frutto di immensi sacrifici e rinunce. Vale la parola del salmo 125: «Os que semeiam em lágrimas, recolhem com alegria».

L’amato Dom Francisco Chimoio, che qualche giorno ha avuto un’importante incarico presso la Curia romana, è uno splendido segno di questa crescita. Pubblico in seguito l’importante nomina:


Fra Francisco Chimoio, Ofmcap, Arcivescovo di Maputo

25 maggio 2014
INCARICO PAPALE PER FRA FRANCISCO CHIMOIO, Ofmcap,
ARCIVESCOVO DI MAPUTO


Fra Francisco Chimoio, Ofmcap, Arcivescovo di Maputo

Nominato Membro della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata
e le Società di Vita Apostolica.
Papa Francesco, con nomina ufficiale, ha designato l'Arcivescovo di Maputo
(capitale del Mozambico), Mons. Francisco Chimoio,
Membro della Congregazione
per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica,
che ha la funzione di analizzare e di affrontare i problemi inerenti
le Congregazioni Religiose e gli Istituti Secolari.
La presenza di Mons. Chimoio porterà sicuramente una voce nuova.
In passato la Congregazione degli Istituti Religiosi
era prevalentemente affidata a responsabili religiosi italiani;
dopo il Concilio è stata aperta ad una rappresentanza mondiale.
In Africa sono solo due i membri:
Mons. Francisco Chimoio, cappuccino, Arcivescovo di Maputo
e il Cardinale Nepe Ofm di Durban.

Un anniversario da ricordare: 6 ottobre 1954-2014
Il testo originale della bolla pontificia

BEIRENSIS
(QUELIMANENSIS)
DETRACTA A BEIRENSI DIOECESI QUADAM REGIONE, NOVA DIOECESIS CONSTITUITUR, «QUELIMANENSIS» APPELLANDA

PIUS EPISCOPUS
SERVUS SERVORUM DEI
AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Quandoquidem Christus e caelorum immensitate venit in terram ut egenis hominibus aeternae veritatis lumen ostenderet in iisque caritatis ignem accenderet, Nos, qui eius voluntate et iussu christianorum gregi praesidemus, hoc unum volvimus in animo: ut, videlicet, quam aptissime potest, haec miserentis Dei dona cum omnibus gentibus communicemus.


Cardinale Theodosio Clemente de Gouveia, arcivescovo di Maputo

Cum igitur venerabilis Frater Fernandus Cento, Archiepiscopus titulo Seleuciensis Pierius idemque Apostolicus Nuntius in Republica Lusitana, iuxta sollemnes Conventiones inter Apostolicam Sedem et Lusitaniam anno millesimo nongentesimo quadragesimo, die septimo mensis Maii initas et die primo mensis Iunii eiusdem anni ratas habitas, ab hac Apostolica Sede postulaverit ut partito territorio Beirensis Ecclesiae nova dioecesis erigeretur, Nos id arbitrantes in bonum eorum esse cessurum, qui regionem incolunt, adhibitas preces admittendas esse censemus. Post ergo auditos dilectum Filium Nostrum Theodosium Clementem S.R.E. Cardinalem de Gouveia, Archiepiscopum civitatis «Lourenço Marques»;

 Mons. Sebastiano Soares de Resende, primo vescovo di Beira

itemque venerabilem Fratrem Sebastianum Soares de Resende, Episcopum Beirensem; post rem magna, qua opus erat, diligentia consideratam, eorum consensum supplentes qui aliquid iuris in hoc negotio habeant vel se putent habere, de apostolica Nostra potestate, haec quae sequuntur, decernimus ac iubemus.

A dioecesi Beirensi id territorii separamus quod per vulnus «Zambesia» cognominatur; quod in novae dioecesis formam redigimus, Quelimanensis nuncupandae, iisdemque finibus terminandae ac civilis regio «Zambesia». Huius Ecclesiae Sedem in urbe, quae populari lingua «Quelimane» appellatur, constituimus, cathedram vero episcopalis potestatis collocabit sacrorum Antistes in templo a Nativitate Beatae Mariae Virginis, cui propterea dignitatem cathedralis templi conferimus, datis scilicet honoribus, iuribus, privilegiis, quae huiusmodi aedium sunt propria, et oneribus iniunctis quae templis cedere solent, pari honore condecoratis. Quae iura et obligationes ad huius quoque dioecesis Praesules pertinere volumus.

Mentre leggiamo il testo latino del documento pontificio… ammiriamo altre bellezze della città di Quelimane...

Quam condidimus Ecclesiam ea metropolitanae archidioecesi de Lourenço Marques erit subiecta seu suffraganea; itidem Quelimanenses Episcopi erunt ad normam iuris Archiepiscopo huius Sedis obnoxii. Mensam episcopalem, quam dicunt, sive pecunia constituet a civili potestate assignata; sive christiani populi oblatae res, sive emolumenta Curiae; sive denique honorum pars, quae e divisis possessionibus dioecesis Beirensis huic Ecclesiae contingit, iuxta canonem 1500 Codicis Iuris Canonici. Quo autem maiore caeremoniarum splendore Deo optimo maximo cultus tribuatur atque Episcopus electorum sacerdotum coetu in gravioribus negotiis iuvari possit, volumus ut in Quelimanensi dioecesi Canonicorum Collegium condatur ad normam aliarum sub plumbo Litterarum edendarum. Quousque tamen res perficiatur, indulgemus ut Canonicorum loco Consultores dioecesani deligantur.


Regimen et administratio novae dioecesis, item electio Vicarii Capitularis seu Administratoris, Sede vacante, iura denique et onera cleri et populi, aliaque huiusmodi, Codice Iuris Canonici omnino regantur. Clerici tamen, erecta Quelimanensi dioecesi, illi Ecclesiae censeantur ascripti in cuius territorio legitime degant. Magna sollicitudine curet Episcopus, cui recens Ecclesia regenda creditur, ut seminarium saltem elementarium in ipsa aedificetur, excipiendis bonae spei pueris, iisque ad sacerdotium educandis, iuxta normas iuris communis et regulas a S. Congregatione de Seminariis et Studiorum Universitatibus editas.

Quod vero attinet ad acta et documenta quae novam dioecesim quoquo modo respiciant, ubi primum liceat, ad Quelimanensem Curiam mittantur, in cuius tabulario religiose asserventur. Quae his Litteris mandavimus, exsequenda curabit venerabilis Frater Fernandus Cento, quem memoravimus; eique omnes potestates agendae rei tribuimus, quas poterit etiam subdelegare cuilibet viro ecclesiastica insignito dignitate. Idem venerabilis Frater onus habebit exacti negotii documenta exarare eaque, sinceris exemplis, ad S. Congregationem Consistorialem transmittere. Quodsi eo tempore quo hae Litterae ad effectum erunt deducendae, alius Nuntiaturae Lusitanae praeerit, hic mandata persequetur per se ipse vel per alium.

Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus.

Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrompere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate costituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur.

Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint.

Datum ex Arce Gandulfi, prope Romam, die sexto mensis Octobris, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo quarto, Pontificatus Nostri sexto decimo.

OELSUS Card. COSTANTINI S Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA
S. R. E. Cancellarius S. Congr. Consistorialis a Secretis
in Acta Apostolicae Sedis. Commentarium Officiale 47 (vol. XXII, series II, 1955) 128-130.

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Éegens

f Alfonsus Carinci, Archiep. tit. Seleuc, Decanus Proton. Apost.

Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost.


Redazione di fra fra