… Una tragedia senza immagini, attraverso le parole di un' amico …

Terrore e morte dopo l'esplosine di un deposito di armi a Maputo, capitale del Mozambico

Cari Amici,

I miei saluti a tutti voi.

Lo scorso 21 marzo, giovedì, tra le ore 16 e le 21.30 , a Maputo (capitale del Mozambico) abbiamo vissuto ore di terrore e panico...

Il magazzino di armi, che dista 2 km dalla mia residenza è andato in fuoco. Ed è stato il caos!

Le esplosioni, oltre allo spavento, alla paura ed al panico, hanno causato molti danni, perché forti ed intense.

La gente fuggiva da una parte all'altra, senza sapere dove... La cosa più grave sono state le esplosioni di centinaia di granate e altro materiale bellico pesante.

La dimensione della tragedia è stata così intensa e diabolica che le esplosioni hanno raggiunto zone rurali in un raggio di 30 km!

Al momento il risultato della tragedia mette paura: 101 morti (37 dei quali nel rione di Mavalane; più di 500 feriti, dei quali 67 in stato molto grave; 200 persone, la maggior parte bambini, ancora disperse; molti i mutilati, raggiunti da schegge, che sono rimasti senza uno o più arti...

Anche se in questo momento non è la cosa più importante, alcune infrastrutture della parrocchia sono state distrutte, ed il tetto della Scuola "Casa dell'Allegria" è crollato...

Adesso è ora di aiutare le centinaia di vittime con indumenti, vitto e medicine, e nella riorganizzazione della vita scolastica, in quanto molti sono rimasti senza libri, quaderni e documenti personali.

C'è ancora molta gente sotterrata nelle case del quartiere Malhanzine... e soprattutto molta gente traumatizzata, che non riesce a dormire dopo 4 giorni da questa tragedia.

Personalmente, non ho potuto fare molto e nemmeno sapevo come agire, in quanto la confusione è stata tanta ed io stesso ero all'interno del caos!

Ho cercato di consolare, dare forza e coraggio ed ho speso quello che avevo in aiuti di prima necessità: ho dato tutto quello che avevo (anche in deposito).

Adesso non ho letteralmente niente... ma non ho fatto molto più del mio dovere.

Adesso la priorità è dare da mangiare, vestire, e ricollocare i bambini nelle rispettive scuole per continuare a studiare: comprare libri, quaderni, etc.

Vi chiedo, per quanto nelle vostre possibilità, un supporto per risollevarci da queste sofferenze e rispondere puntualmente alle necessità più evidenti e più "dimenticate" dalle ONG's, dalle telecamere delle televisioni e dalle decisioni del potere costituito.

 

Un' amico testimone