IL RUOLO DELLA SUORA IN MISSIONE
Le suore francescane del Cuore di Maria nella missione di Mopeia – Mozambico

È riconosciuta l’importanza della presenza delle suore in una “missione” per il grande contributo che possono dare all’annunzio del Vangelo. Difatti esse possono incidere positivamente specialmente sulla realtà “donna” che in Africa ha una posizione particolare nella società.

La donna è il centro della famiglia: lei genera e accudisce i figli nei primi anni di vita. Lei produce il cibo e lo prepara per tutta la famiglia. Lei orienta e organizza tutto. Da lei dipende la vita e …. la morte della famiglia. Nello stesso tempo lei non è affatto considerata: non ha diritti e nello stesso tempo è piena di doveri. Quando è lasciata dal marito (e sono tantissimi i casi ….. morte, abbandono, perdita di fiducia, sterilità) deve ritornare alla casa materna senza niente, perfino priva dei figli. E la donna oltre che succube è anche consenziente.

La popolazione di Mopeia non sfugge certamente a queste regole e tradizioni che si tramandano e le bambine sono educate a questo sistema.
Si comprende quindi l’importanza  e la necessità della religiosa nella Missione per cercare di intervenire sulla donna e l’educazione delle ragazze.
Nonostante tutti gli sforzi, dall’inizio della Missione dei Cappuccini a Mopeia (1952) la presenza delle suore è stata sempre desiderata, ma mai concretizzata.

Finalmente nel Ottobre del 2006 si è presentata alla fraternità cappuccina del Mozambico la Madre Generale delle suore Francescane del Cuore di Maria, una congregazione brasiliana, per chiederci di venire a lavorare con noi. Ero il superiore provinciale del tempo e non i lasciai sfuggire un’offerta tanto preziosa.

È la prima volta che escono dalla loro terra e non hanno esperienza missionaria. Sono state fondate con la collaborazione dei frati Cappuccini e quindi si sentono sicure a lavorare con noi e testimoniare il loro carisma che essenzialmente è: “vivere lato a lato con la gente specialmente dove la vita è più minacciata”. Quindi aiutare i più poveri, gli orfani, gli anziani, le persone abbandonate, a scoprire Cristo, attraverso il Cuore Immacolato di Maria. Non hanno grandi risorse ma tantissima volontà di darsi agli altri. Non hanno grandi esigenze ma sono disponibili perché la comunità possa far suo il Vangelo.

La Diocesi col suo nuovo Vescovo, Don Ilario da Cruz Massinga, dell’Ordine dei Frati Minori le ha accolte con grande entusiasmo, e, non potendo promettere nulla, le ha dato solo la disponibilità a lavorare nella sua Diocesi e nella Parrocchia di Mopeia.
Le suore stanno vivendo i primi momenti della loro “avventura” con grande entusiasmo, cercando di “capire” dove e come “intervenire”.
Hanno la casa spoglia, forse anche più povera delle persone africane. L’Associazione Agricola della Pace le ha imprestato un piccolo frigorifero, per poter dissetarsi con un po’ di acqua fresca, ed una cucina elettrica!
Stanno incominciando ad adunare persone per iniziare ad insegnare cucito ed economia domestica.
Stanno cercando di coltivare il loro orto.
Stanno cercando di informarsi sulle diverse erbe medicinali locali, perché una di loro è preparata in questo ramo.

Si stanno avvicinando alla comunità cristiana, cercando, prima di tutto, di capire il meccanismo della lingua, per poi arrivare a capire l’anima africana.

Quando sono a Mopeia (!) affianco il loro cammino in questa terra e in questa cultura, cercando di alleviare le loro difficoltà. La missione di Mopeia attualmente è affidata alla fraternità della missione di Morrumbala, ad un centinaio di chilometri di distanza. Essa è composta di tre sacerdoti ed un fratello ed assiste una regione vasta geograficamente come la nostra Sicilia con una popolazione di circa 500.000 persone.

 

Ho voluto condividere con i lettori di “pacebenemondo”  quanto suore e frati stiamo vivendo nella missione di Mopeia con una sguardo rivolto ad un futuro migliore.

Fra Fortunato Simone