Domenica 23 novembre 2008

Dall’ex Convento cappuccino di S. Elia
a Campi Salentina:

il viaggio nel tempo e nello spazio del “Servo del Signore” fra Giovanni Battista da Campie.

A chi trova più congeniale concentrare le proprie energie sui temi concreti del presente (l’unica entità temporale tangibile) con lo sguardo orientato al futuro, quello di rovistare nelle cose del passato potrebbe sembrare un esercizio inutile, quando non un deplorevole dispendio di risorse.
Eppure tutto ciò che appartiene al passato, così come tutte le nostre aspettative future, incidono profondamente sui nostri comportamenti anche a nostra insaputa, per inconsapevole ricorso a schemi culturali consolidati dall’esperienza umana e per l’imprescindibile bisogno di progresso a cui siamo naturalmente votati.
La storia possiamo amarla, e lasciarcene affascinare, oppure odiarla, rigettandone tutti i contenuti valoriali. Ma per quanto ci impegnassimo non riusciremmo mai a rimanere asetticamente indifferenti al suo portato cognitivo.
E talvolta dal passato emergono spunti inattesi e risvolti ignoti, o dimenticati, che inevitabilmente espandono le nostre coscienze e trasformano il valore ed il significato che attualmente diamo agli uomini ed alle cose che ci circondano.
Sono trascorsi giusto due secoli da quando nel 1811 il convento di S. Elia, per tradizione collegato alla cittadina di Campi Salentina ma ricadente nel territorio di Trepuzzi (LE), a seguito delle “soppressioni napoleoniche”, è stato definitivamente sottratto ai Cappuccini che lo detenevano dal 1575.  
Divenuta in seguito proprietà privata, la struttura, nonostante la sua amena posizione paesaggistica, era ormai da lungo tempo relegata al ruolo di splendido e romantico rudere.

Solo di recente, attraverso l’opera sinergica delle amministrazioni dei tre Comuni limitrofi di Campi Salentina, Squinzano e Trepuzzi, l’ex Convento di S. Elia è stato riacquisito come bene pubblico. Da qualche tempo sono cominciati anche gli interventi di restauro finalizzati al recupero dell’intera struttura, destinata a diventare un contenitore culturale.

Nessuno attualmente dedicava la propria attenzione al lontano passato dell’ex Convento, se non per citarne malinconicamente la data di fondazione, che lo colloca tra i primi conventi Cappuccini sorti in Puglia, e quella della sua soppressione e alienazione.

      
 Probabilmente anche gli autori del Volume “I Cappuccini a Campi Salentina – tre secoli di storia, fede e cultura”, Ed. del Grifo, novembre 2008, a cura di Rosa Anna Savoia e Francesco Monticchio, avrebbero continuato a ricordare l’ex Convento di S. Elia citando solo queste due date se un’attenta ricerca archivistica della Dott.ssa Rosa Anna Savoia e p. Francesco Monticchio, finalizzata alla stesura del libro, non avesse acceso i riflettori sulla figura di un frate Cappuccino, fra Giovanni Battista da Campie, vissuto proprio in questo Convento, dove morì nel 1655, accompagnato da una diffusa fama di santità, tanto da essere intitolato “Servo del Signore”.

Essendo documentata anche la data della vestizione di questo frate, avvenuta nel 1599, si può anche ipotizzare che la sua esistenza ha certamente superato la soglia dei settanta anni.  La sua biografia e le numerose testimonianze, riguardanti soprattutto gli eventi straordinari e miracolosi che lo hanno visto protagonista in vita e dopo la morte, sono contenuti in un manoscritto dell’annalista coevo, p. Francesco da Pulsano, conservato presso l’Archivio di Stato di Milano e trascritto integralmente nel volume citato. 

Questo riscontro archivistico ha ravvivato l’interesse storico-culturale e religioso per l’ex Convento che si è concretizzato nella ricerca e nel ritrovamento delle sepolture dei frati Cappuccini deceduti nel corso dei 235 anni di vita del Convento, tra i quali, come attesta la fonte archivistica, è da annoverarsi il “Servo del Signore”, fra Giovanni Battista da Campie. La localizzazione della sepoltura è stata individuata, nel corso dei lavori di restauro degli ambienti che in origine costituivano la chiesa del Convento, in un cubicolo sotterraneo al centro della prima cappella laterale, a sinistra di chi entra.
Nel ristretto ambiente scavato nella roccia sono stati rinvenuti i resti mortali di almeno altri 15 frati, al cui recupero si è provveduto attraverso la scrupolosa opera di un gruppo di volontari (fr. Francesco Monticchio, Emanuele Cordella, Vincenzo Maci, Giovanni e Tonio Palmieri, Enzo Grasso, dell’assessore comunale Antonio Monticchio, Oronzo e Crocifisso Monticchio), che si è avvalsa anche delle competenze tecniche dell’archeologa Irene Reale, della dott.ssa in beni culturali Maria Rosaria Ingrosso e dell’architetto Luciano Palazzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ottenute  le necessarie autorizzazioni da parte delle autorità civili preposte, la famiglia francescana di Campi Salentina, sospinta con entusiasmo da p. Francesco Monticchio, ha portato a maturazione e compimento il progetto di dare una nuova ed altrettanto degna sistemazione ai resti mortali dei frati.



La soluzione più idonea, anche in virtù del fatto che essi includono le spoglie del Servo del Signore Fra Giovanni Battista, è risultata quella di ricomporre i resti in un’urna da collocare all’interno della Chiesa Parrocchiale di S. Francesco d’Assisi, officiata dai Frati Minori Cappuccini, a Campi Salentina.
A tutte le operazioni ha dato sostegno logistico-organizzativo ed economico la fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Campi.
È stata scelta la data del 23 novembre u.s. per organizzare una semplice, ma significativa, manifestazione di popolo durante la quale è avvenuta la traslazione dell’urna, costituita da un sarcofago in legno massiccio, contenente tutti i frammenti ossei recuperati nel luogo di sepoltura.

Con il favore di condizioni atmosferiche, che avvolgevano l’ex Convento di S. Elia in una luce quasi primaverile, e l’assistenza di un impeccabile servizio d’ordine, curato dalla Protezione Civile e dalle forze dell’Ordine Pubblico civili e militari, numerose persone sono convenute di primo mattino affollando gli spazi antistanti e gli ambienti già recuperati ed agibili del Convento.
 In particolare si sono potuti ammirare gli ottimi risultati ottenuti dall’opera di restauro a carico del chiostro interno e degli ambienti che costituivano la chiesa del Convento: al centro della ex cappella laterale, posta immediatamente a sinistra della porta d’ingresso, una lastra di vetro consente anche la visione del cubicolo sotterraneo che ospitava le sepolture. Nulla è rimasto nella chiesa a testimoniare il suo passato di spazio addetto al culto, fatta eccezione per uno slanciato arco trionfale a tutto sesto in carparo grezzo, le cornici pluri-lobate delle finestre ed i motivi decorativi a stucco policromo che decorano ancora l’elegante copertura a volte della navata principale.



Alle ore 10 del mattino, alla presenza delle autorità civili dei Comuni di Campi, Squinzano e Trepuzzi, dei rappresentanti delle parrocchie e delle associazioni religiose e culturali di Campi, dopo un breve cenno di saluto e poche note introduttive di carattere storico di p. Francesco Monticchio, il Ministro Provinciale dell’OFMCap. di Puglia, p. Francesco Neri ha presieduto una Celebrazione Eucaristica. Concelebravano lo stesso p. Francesco Monticchio, p. Roberto Francavilla, p. Ruggiero Doronzo, p. Giuseppe Ciccimarra e l’arciprete di Campi don Gerardo Ippolito; l’animazione liturgica è stata curata dai giovani della Parrocchia di S. Francesco d’Assisi e dall’Ordine Francescano Secolare di Campi.
Nella sua omelia p. Francesco Neri ha posto l’accento su valenze, significato e motivazioni che legittimano e muovono una comunità di credenti a ritrovarsi attorno a delle spoglie mortali, partendo dal dato antropologico che individua l’uomo come l’unica specie animale dedita a prendersi cura dei propri simili anche dopo la loro morte.
 Questa peculiarità racchiude, allo stato embrionale, l’aspirazione dell’uomo, aderente o meno ad un qualsiasi credo religioso, ad una continuità della vita oltre la morte fisica; anelito che diventa speranza vera e certezza nella Fede che, sola, riesce a farci percepire la piena complementarietà tra Cielo e Terra: “non esiste Terra senza Cielo e viceversa”.
Il francescanesimo in questo contesto si evidenzia per il suo invito a guardare la morte senza il terrore di chi vede in essa la fine di ogni cosa: “Sorella Morte” non solo rappresenta l’inizio del nostro viaggio di ritorno verso la casa del Padre, ma ci consente di guardare le cose terrene con l’ottica distaccata di chi conosce la via della vera felicità, in questa vita e nell’altra.
 Chi come fra Giovanni Battista da Campie ci ha preceduto, aderendo completamente a questa visione di Fede, costituisce per noi un esempio da imitare ed assieme, come riportano le testimonianze del tempo, la riprova che percorrendo il nostro tempo orientati verso il bene contribuiamo a migliorare la società e gli ambienti in cui viviamo ed operiamo.
Al termine della Celebrazione Eucaristica, sulla parete di fondo della cappella che ospitava le sepolture, è stata inaugurata una lapide, a ricordo delle circostanze storiche che hanno portato alla alienazione del Convento e dell’opera di traslazione dei resti mortali dei frati.



 Al saluto del Ministro Provinciale ed al ringraziamento, rivolto a loro per le energie impegnate nel rendere possibile l’intera operazione, i Sindaci delle tre cittadine Massimo Como, Cosimo Valzano e Giovanni Marra  hanno preso brevemente la parola.
Ognuno, a titolo personale e a nome delle rispettive cittadinanze, ha espresso il proprio compiacimento per i risultati raggiunti dal convergente interesse per il recupero strutturale dell’ex Convento di S. Elia.

Tutti inoltre hanno riconosciuto che la manifestazione, la lapide commemorativa e la stessa traslazione dei resti mortali, rappresentavano un giusto tributo di memoria e di riconoscenza verso la figura di fra Giovanni Battista da Campie e di tutti i frati Cappuccini che, operando in mezzo al popolo hanno contribuito al benessere spirituale ed alla crescita morale delle tre cittadine.



Conclusi gli interventi, tutti i partecipanti alla manifestazione, con un lungo corteo di macchine, hanno accompagnato l’urna alla Chiesa Parrocchiale di S. Francesco d’Assisi, dove è stata collocata al fondo della navata laterale alla vista ed alla venerazione di tutti coloro che vorranno cogliere nella vita dei frati cappuccini,  e di Fra Giovanni Battista da Campie in particolare, uno spunto valido ad accrescere lo spessore spirituale della propria esistenza.
  
                                                                                                     Sebastiano Giampà

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