Lecce:  tutto  è  cominciato  là !
18.10.2008

Nella ricorrenza del primo centenario della rifondazione della Provincia di Puglia i frati minori cappuccini hanno colto l'occasione per riflettere su loro stessi, sulle origine dell'Ordine, sul suo sviluppo, sugli ostacoli che hanno dovuto affrontare in seguito alle soppressioni, ma anche come hanno saputo rinascere più vigorosi di prima, nonostante il gelo all'interno della società dell'epoca, che voleva cancellare il nome di Dio.
 

Nell'ambito delle celebrazioni si inseriscono due eventi importanti che appartengono alla sfera culturale: la mostra documentario-fotografica itinerante e il convegno storico. Quest'ultimo si articola in due giornate, la prima si è svolta a Lecce il 18 ottobre, l'altra a Bari il 3 novembre. La scelta di questi 2 luoghi capisaldi della storia cappuccina di Puglia non è casuale. A Lecce, infatti (anche se in realtà si tratta di Rugge, insediamento distante pochi chilometri, oggi non più esistente), nel 1533 viene fondato il primo convento cappuccino. A Bari nel 1908 è rinata la Provincia religiosa dopo il decreto della soppressione degli Ordini religiosi.

La cornice che ha ospitato la prima parte del convegno è stato l’ex monastero degli Olivetani di Lecce, ora sede universitaria. Il saluto di benvenuto è stato rivolto ai presenti dal prof. Bruno Pellegrino, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università del Salento. Egli ha sottolineato l'interessamento che ha avuto la medesima università nei confronti degli ordini religiosi e in particolare dei francescani, ha elencato i vari convegni e atti di questi che si sono svolti nell'Ateneo salentino in diversi anni, affermando che la storiografia laica si è sempre interessata a quella ecclesiastica, «perché è impossibile negare che la storia della società italiana è passata attraverso quella religiosa».

Fra Francesco Neri, nel suo intervento, ha evidenziato che la scelta dell'Università come sede del convegno ha l'intento di far conoscere la storia dei cappuccini, non soltanto ad una stretta cerchia di persone, ma anche a chi si occupa di storia e cultura. La storia dei cappuccini, infatti, riguarda anche la società, in quanto ciò che ha sempre caratterizzato i frati è stata la loro presenza tra la gente, senza distinzione di età, ceto sociale e cultura, trattando tutti allo stesso modo, sia il bambino di strada che il principe, seguendo così l'esempio di Cristo. Il Ministro provinciale ha ribadito che i frati sono cittadini tra i cittadini con lo sguardo rivolto al cielo.

Il cuore del convegno è stata la relazione del Prof. P. Vincenzo Criscuolo (Istituto Storico dei Cappuccini di Roma), che ha saputo magistralmente sintetizzare la storia dei cappuccini e in particolare quella della loro presenza in Puglia, dalla sua origine alla soppressione delle corporazioni religiose. Nel suo intervento ha messo in risalto quattro figure, che hanno brillato di più nel firmamento della Provincia religiosa. Si tratta di due fratelli laici, Dionisio da Barletta e Giambattista da Campi, e due sacerdoti, P. Anselmo da Monopoli, cardinale, e soprattutto san Lorenzo da Brindisi, definito «stella luminosa che rifulse in mezzo alle tenebre dell'errore».

La dott.ssa Milena Sabato, nella relazione su “Libri e frati cappuccini in Puglia in età moderna”, ha fatto notare che i cappuccini, sorti con uno spirito contemplativo e di servizio, solo in una seconda fase storica si sono interessati alla cultura, e si sono accostati ai libri utilizzandoli per la formazione.

 
Nella seconda parte dei lavori del convegno è intervenuta la dr.ssa Antonietta Protopapa che ha esposto le ricerche effettuate insieme alla dr.ssa Liliana Bruno, sulle fonti archivistiche per la storia dei frati cappuccini in terra d'Otranto, conservate presso l'Archivio di Stato di Lecce. La dr.ssa Ornella Sapio, direttrice dell'Archivio di Stato di Taranto, ha illustrato, utilizzando le fonti dell'archivio, il nascere, il susseguirsi e l'evolversi di nuove chiese e conventi cappuccini a Taranto, sottolineando in particolare l'importanza che ha avuto il lazzaretto annesso al convento situato nei pressi del porto per accogliere coloro che giungevano dal mare e verificare il loro stato di salute.

Antonio Mattia