Testimonianza.
Nell'anno del Signore 1575 devoti e santi frati cappuccini della prima generazione,predecessori nel segno della fede, edificarono il “luogo cappuccino” dedicato al Profeta Elia, nel nome benedetto del Signore Dio, mirabile nei suoi Santi, amato, adorato e glorificato in eterno, con il Figlio e con lo Spirito Santo, buono e vivificante.
Il 7 febbraio A.D. 2008 si dava inizio ai lavori di esumazione dei resti mortali dei 16 frati che tra gli anni 1575-1811 (anno della soppressione del convento)  avevano reso l'anima a Dio in questo santo e ameno luogo.  Qui è vissuto e dato gloria a Dio con la sua santa vita e la sua morte “in odore di santità”, FRA GIOVANNI BATTISTA DA CAMPIE,  SERVO DEL SIGNORE (+ 1655).
In questo luogo, che lo stesso Eterno Padre riempiva della sua presenza, i frati hanno celebrato le Ore sante, i Divini misteri e offrivano i sacrifici e i propositi per rendere il mondo offerta spirituale a Lui gradita, per la gloriosa intercessione della beata e sempre Vergine Maria, l’Orante e tutta santa.

Racconto della esumazione.
I resti mortali dei frati cappuccini giacevano in una botola "cubiculum" o stanza sepolcrale ipogea di forma quadrata, situata, entrando nella chiesa dell’ex convento cappuccini di S. Elia, subito a sinistra nella prima cappellina laterale. In essa sono presenti quattro loculi, tre disposti su di una parete, uno accanto all'altro. Essi si sviluppano in maniera verticale, stretti e lunghi con dei seditoi. Su di un'altra parete si trova il quarto loculo ad "arcosolio" il quale si sviluppa in modo orizzontale. Tutti sono scavati nella roccia.
La copertura di tale "cubiculum" è costituita da una volta a botte con mattoni in tufo.
La botola si presentava già aperta e manomessa. Gli operai del cantiere (addetti alla ristrutturazione del monumento architettonico) attestano di aver provato a svuotarla, ma accortisi della presenza di ossa hanno bloccato i lavori di svuotamento.
Sembra sia stato portato via solo lo strato superficiale del materiale di risulta utilizzato per il riempimento e la chiusura definitiva della botola.
Dopo aver accuratamente fotografato il tutto, si è dato inizio al recupero delle ossa giacenti tra terra, macerie e pezzi di tegole rotte. Nella tomba vi è un alto tasso di umidità e per questo le ossa giacciono in un cattivo stato di conservazione e si presentano mischiate tra loro.
Hanno preso parte ai lavori: fra Francesco Monticchio sacerdote cappuccino, Emanuele Cordella seminarista diocesano teologo, Irene Reale archeologa, la dott.ssa Maria Rosaria Ingrosso (beni culturali), Vincenzo Maci terziario francescano, Giovanni e Tonio Palmieri, Enzo Grasso, vice ministro OFS Campi, Antonio Monticchio, Luciano Palazzo, architetto, Oronzo e Crocifisso Monticchio. Tutti parrocchiani volontari.

I lavori sono stati eseguiti nei giorni 7-8-9 febbraio dai sopradetti volontari, dopo aver ottenuto il “Nihil Obstat” dalle autorità competenti, richiesto dai Comuni di Trepuzzi e di Campi Salentina alla Soprintendenza ai beni Archeologici e paesaggistici di Puglia ed alla Procura della Repubblica di Lecce.
Per quanto riguarda la parte burocratica è doveroso ringraziare l'assessore al bilancio del Comune di Campi Salentina, Antonio Monticchio, per tutto l'impegno e l'amore profuso.

Si fa presente che i resti mortali accuratamente ripuliti, verranno ricomposti dal dott. Vincenzo Reale, e conservati nella Chiesa Parrocchiale di S. Francesco d'Assisi in Campi Salentina, per dare loro una degna sepoltura.
Dato in Campi Salentina, presso il convento cappuccino, il 11 febbraio 2008.

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