DA  SANT’ELIA  A  CAMPI:  UN  VIAGGIO  DI  FEDE
23.11.2008

Non tutti i viandanti che ogni giorno passano per la strada che collega Campi a Squinzano riescono a riconoscere o sanno che quella costruzione che appare in cima “all’ameno colle” in località Sant’Elia, a sinistra della strada provinciale, è in origine un convento cappuccino.  
Quel convento fu costruito nel 1575 su richiesta e col finanziamento del barone Loisi Paladini, che “per sua mera devozione” volle i frati cappuccini nel suo territorio.
Il convento fu costruito “ad istanza delle terre di Campie e di Squinzano, le quali amendue, con le loro elemosine, lo fabricorno et eressero secondo la povera forma cappuccina”.

Il giorno in cui si pose la prima pietra fu un evento cittadino non solo per i campioti ma anche per gli abitanti di Trepuzzi e di Squinzano.
Così  racconta un cronista del capitolo della Collegiata di Campi del tempo: “… allo pigliare de detto loco se andò con la processione de capitulo, clero, barone et università et la prima pietra la pigliò detto barone (Loisi Paladini) in spalla appresso il sindaco et accussì da mano in mano tutto il populo”.
Tutti i paesi offrirono il materiale di costruzione trasportato fino a S. Elia.
In questo convento i frati cappuccini vissero fino al 1811, quando con la soppressione napoleonica, il convento fu chiuso e incamerato dallo stato.

Oggi l’ex convento dei cappuccini grazie ad un accordo tra i comuni di Campi, di Squinzano e di Trepuzzi, che ne detiene la titolarità del territorio, sta per tornare all’antico splendore ed alla disponibilità delle comunità. Naturalmente  cambia la destinazione d’uso, non sarà più un convento, però ci si augura che possa diventare un luogo d’incontro ed aggregazione.

Sarà bello vivere l’incontro delle comunità
odierne alla scoperta dei valori e della fede professati  in passato in questi luoghi a noi così vicini e cari.
Un primo approccio lo abbiamo avuto domenica 23 novembre 2008. Le comunità di Campi Salentina, Squinzano e Trepuzzi si sono riunite, presso l’ex convento di Sant’Elia.
Erano presenti: il padre provinciale dei cappuccini di Puglia, fra Francesco Neri, e con lui l’intera comunità dei cappuccini di Campi frate Ruggiero Doronzo, frate Giuseppe Ciccimarra, frate Salvatore Chierico e frate Gentile Lacalamita. Erano anche presenti fra Roberto Francavilla del convento di Alessano, fra Piero Errico da Campi Salentina, che il giorno prima aveva emesso i voti nella chiesa madre nelle mani del provinciale, fra Ernesto e fra Sabino Perrillo studenti teologi di Bari S. Fara.
Inoltre ha presenziato frate Francesco Monticchio, che è stato il promotore della dedicazione di questa giornata ai frati vissuti a Sant’Elia. Era anche presente il gruppo dell’ordine francescano secolare, il parroco della collegiata Santa Maria delle Grazie, don Gerardo Ippolito, il  sindaco di Campi dott. Massimo Como, il sindaco di Squinzano dott. Gianni Marra e il sindaco di Trepuzzi  Cosimo Valzano e le autorità militari.

Il coro dei giovani francescani a animato con canti la liturgia. Grande è stata la partecipazione dei fedeli delle comunità delle tre cittadine da non trovare posto in  chiesa.
Motivo di questo intenso incontro è stato la traslazione dei resti mortali dei frati dal convento di Sant’Elia al convento dei cappuccini di Campi.
I resti mortali dei frati sono stati esumati grazie all’appassionato lavoro di padre Francesco Monticchio che da tempo era alla ricerca di notizie di fra Giovanni Battista da Campie, “servo del Signore”, come lo hanno designato i frati cronisti del tempo, umile frate vissuto a Sant’Elia. Egli aveva vestito l’abito cappuccino il 27 febbraio 1599 nel convento di Sant’Elia e lì vi rimase per tutta la vita, vivendo santamente.
Girando per tutti i paesi vicini e chiedendo l’elemosina per la sussistenza dei frati, donava a tutti la preghiera, un sorriso, un consiglio e partecipava intensamente alle sofferenze della gente. Mentre nella bisaccia deponeva il pane per i frati, dalle sue mani, non raramente, cadevano miracoli in favore di sofferenti o per indicare a coloro che non vivevano l’amore cristiano, il senso delle loro ingiustizie.
Fra Giovanni Battista morì e fu sepolto nel convento di Sant’Elia nel mese di gennaio del 1655 “con grande grido e fama di santità”.  
Nella tomba dei frati, situata nella cappella a sinistra della porta di entrata della chiesa, sono stati rinvenuti  i resti mortali di altri quindici frati.


Dopo la celebrazione dell’Eucaristia è stata scoperta una lapide all’interno della chiesa, presso la tomba dei frati. E’ seguito un caloroso saluto, dei sindaci e del padre provinciale.

 

Un lungo  corteo ha accompagnato l’urna a Campi Salentina dove è stata accolta dai parrocchiani sul sagrato della chiesa di San Francesco, per essere infine collocata in una nicchia della navata secondaria della chiesa parrocchiale.
Doveroso è un grazie a padre Francesco Monticchio per questa significativa iniziativa  e a tutti coloro che vi hanno preso parte: Irene e Vincenzo Reale,  Giovanni e Maria Rosaria Palmieri, Tonio Palmieri, Luciano  Palazzo;  Mario Quarta, Enzo Grasso e Vincenzo Maci dell’Ordine francescano secolare.


Un altro grazie va all’assessore Antonio Monticchio e al seminarista Emanuele Cordella, veri trascinatori di tutta l’iniziativa, che ci ha restituito insieme ai resti mortali di questi nostri fratelli l’esempio della loro vita fatta di  sacrificio, di donazione di se stessi, di semplicità, di gratuità, di apertura all’ascolto, di servizio e di entusiasmo.


Crocefisso Monticchio

 

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