MOPEIA 2010
finisce la missione….. Nasce la parrochia

VISIONE PANORAMICA DELL'ANTICA MISSIONE DI MOPEIA ORA DISTRUTTA

Il 23 Ottobre del 2010, il Vescovo della Diocesi di Quelimane, Don Hilário da Cruz Massinga, in visita pastorale alla Missione di Mopeia, annunzia solennemente ai fedeli la creazione della nuova Parrocchia, affidata ai Padri Diocesani. Il 1º Parroco è Padre Jaime Moises Suade. Naturale di Namacata (Quelimane), è nato il 12 Febbraio del 1968 e ordinato Sacerdote in Quelimane il 16 Settembre del 2000.
Insieme alla Missione di Mopeia, anche quella di Luabo sarà assistita dallo stesso Parroco, e in questa prima fase da un Diacono, di prossima ordinazione. Risiederanno principalmente a Mopeia, ma che non ha una casa e per questo la comunità cristiana cercherà di creare le minime condizioni.

Un pò di storia delle antiche missioni di Mopeia e Luabo

VISIONE PANORAMICA DELL'ANTICA MISSIONE DI MOPEIA ORA DISTRUTTA

Queste due missioni hanno origini molto antiche.
La missione di Luabo cominciò ad esistere nel 1614 quando da Sofala si trasferirono a Luabo molti cristiani con mogli e figli con l’intenzione di rimanervi stabilmente.
Costruirono una chiesa col titolo di Nostra Signora della Salute; organizzarono una catechesi e, dopo averli ben preparati, battezzarono 130 africani.
Fino al 1619 la chiesa fu assistita dai Padri Domenicani, però in quello stesso anno fu affidata definitivamente ai Padri Gesuiti. P. Luis Alvares fu nominato vicario della chiesa di Quelimane e di quella di Luabo. Qui il padre fu festeggiato e ben ricevuto dai partoghesi, dai cristiani del posto e dai mussulmani.
Fino al 1759, data della loro espulsione, i Gesuiti assistettero le chiese di Luabo e di Quelimane. Quando furono espulsi i Gesuiti, le chiese furono affidade a dei coloni portoghesi, dalla fede molto scialba, con l’obbligo della manutenzione, finchè sua maestà, il re del del Portogallo, non avesse provveduto diversamente.
Nel 1818 il vescovo Dom Bartolomeu dos Martires, scriveva che a Luabo non c’era parroco e che la cristianità era molto ridotta.
Dal 1943 la missione di Luabo fu assistita per una decina di anni, da un sacerdote goese, P. Cirilo Saldanha, che partendo da Chinde, risaliva il fiume Zambezi e visitava tutte le mssioni di ambo le sponde del fiume, compresa quella di Luabo. All’andata visitava  e organizzava le catechesi e al ritorno amministrava i sacramenti. L’attuale missione, dedicata a S. Francesco d’Assisi, fu creata dal vescovo Dom Sebastião Soares de Resende con provisione del 28.04.1954 affidandola ai Frati Cappuccini di Puglia. P. Antonino Prete da S. Michele Salentino ne fu il primo parroco.

(Cfr. I Cappuccini di Puglia – 40 anni di cammino in Mozambico, Bari – 1991)

CASA DEI MISSIONARI DELL'ANTICA MISSIONE DI MOPEIA ORA DISTRUTTA

La missione di Mopeia fu fondata con Provisione del Governatore della Prelatura, Padre Afonso Pereira, in data 19 Maggio del 1896. Così egli scrisse nella provisione: “Avendo provveduto, i cattolici residenti in Mopeia, a costruire una Cappella ed una residenza del missionario, e tenuto presente che in quella regione risiedono molti europei e nelle vicinanze esiste una popolazione indigena molto densa, credo per il bene creare una missione nella riferita località che si chiamerà Missione di San Francesco Saverio, la cui sede sarà a Mopeia e la cui azione si stenderà nel raggio di 15 chilometri, e solo sul lato sinistro del fiume Zambezi”  (Bolletim oficial, n°22, pag. 217, 1896).

NUOVA CASA SELLE SUORE

Realmente la creazione della missione di S. Francisco Xavier era stata preceduta dalla  presenza dei padri Gesuiti che dimorarono in Mopeia dal 07.05.1881 al 24.01.1885.
In questo spazio di tempo vissero in questa missione 15 gesuiti. La loro fu una difficile e tormentata presenza.
Ecco i nomi di questi eroici missionari e le loro drammatiche vicende:
Pe. João Baptista Dejoux, arrivato a Mopeia il 13.04.1881. Vi rimase fino al giugno del 1882. Il 1884 ritornò ammalato in Europa.
Pe. Ferdinando Heep, arrivato a Mopeia il 07.05.1881, morì a Mopeia il 30.06.1881.
Frei José Dowling, arrivato a Mopeia il 07.05.1881, morì a Mopeia il 27.10.1881.
Pe. Manuel Gabriel, arrivato a Mopeia il 07.05.1881, vi rimase fino al 23.02.1883.
Pe. Francisco Antunes e frei António Ferreira venuti da Tete già ammalati, nel novembre 1881, ritornarono a Tete nel luglio 1882.
Pe. Alberto Moulinard, venuto dall’Algeria il 01.06.1882 vi rimase poco tempo
Frei José Rieder, venuto dall’Algeria in agosto del 1882 andò a Tete nel febbraio 1884.
Pe. Guilherme Vierin, arrivato a Mopeia nell’agosto 1882, morì a Mopeia il 18.04.1884.
Frei José Gobert, arrivato a Mopeia nel giugno 1882, vi rimase poco tempo.
Pe. João Nepomuceno Hiller, arrivato a Mopeia nel novembre 1883, vi rimase poco tempo.
Frei Francisco Ostrowski, arrivato a Mopeia nel gennaio 1884, vi rimase poco tempo.
Frei Francisco Prihoda, arrivato a Mopeia nel febbraio 1884, fuggi da Mopeia in seguito ai disordini di guerra, il 27.07.1884.
Pe. Maurizio Vesteneck, arrivato a Mopeia il 08.06.1884, morì a Mopeia il 26.07.1884.
Pe. Carlos Petidy, nel novembre 1884 andò a Mopeia per tentare di riaprire la missione, vi rimase fino al 24.01.1985, quando ammalato, partì per Tete. Egli fu l’ultimo missionario gesuita a risiedere a Mopeia. (Cfr. António Garcia, SJ. História de Moçambique Cristão)

Dai Bollettini Ufficiali della colonia del Mozambico fino al 1906, la Prelazia non inviò nessun missionario a Mopeia, sebbene nel 1886 avesse creato la missione di Mopeia dedicandola a S. Francisco Xavier.

VISIONE PANORAMICA DELL'ANTICA MISSIONE DI MOPEIA ORA DISTRUTTA

Altre notizie sulla missione di S. Francesco Xavier di Mopeia si possono trovare nei “libri della corrispondenza ufficiale” della parrocchia di Nossa Senhora do Livramento di Quelimane, dai cui sono estratte le seguenti notizie.
Il 4 settembre del 1889 il caninico Theotónio Abranches, in una lettera al vescovo dice che “negli archivi della stessa parrocchia si trovano i registri di battesimo appartenenti alla cappella di Moupea, riferiti agli anni 1876, 18679, 1880”.
In un’altra lettera del 6 marzo 1894 il canonico Manuel J.F.G. Couto, scrive al capitano maggiore di Mopeia: “Avendo sua Ecc. Rev.ma il signor vescovo di Himéria e prelato del Mozambico, Dom António José de Souza Barroso, visitato in visita pastorale la cappella di Mopeia, ormai in rovina, chiede che le immagini sacre siano restituite alla Câmara eclesiástica de Moçambique”.
In una lettera del 25 marzo 1921, il parroco di Quelimane, Pe. Hipólito António Gonçalves dice tra l’altro: “... nel 1896 fu creata la missione religiosa di Mopêa che fu abbandonata per mancanza di personale. Di questa missione non so cosa esiste tutt’ora”.
L’ultima notizia è del 05.11.1924. Il parroco di Quelimane Pe Manoel Pereira da Siva Ribeiro scrive al segretario della Prelazia del Mozambico che nell’archivio della Parrocchia di Nossa Senhora do Livramento de Quelimane giacevano dei registri della missione di Mopeia e, se era il caso, di consegnarli alla missione di Chupanga, essendo la missione più vicina a Mopeia. Ricevuta l’autorizzazione, il Pe Manoel consegnò i detti libri in data 05.02.1925.

Il nome e la geografia di  Mopeia

CASA DEI MISSIONARI DELL'ANTICA MISSIONE DI MOPEIA ORA DISTRUTTA

Mopeia, corrisponde alla sede dell’omonimo Distretto e alla località di Posto Campo, Nel 1950 aveva una estensione di 7.614 Km2 e una popolazione di 49.500 abitanti, a sud della Zambézia. Mopeia, Luabo e Chinde sono i distretti del grande delta a sinistra del fiume Zambezi, largo quasi 8.000 km2.
Il suo nome, nella memoria dei locali, si ricollega ad un fatto che loro raccontano. Quando arrivarono i Bianchi nella zona, chiedevano come si chiamasse quella regione. Le donne del luogo, che erano occupate a sfarinare il granturco  nel pilone, incuriosite dalla domanda che non capivano, restavano incantate. Alcuni le invitavano a riprendere il loro da fare (“Mpeia”= sfarina). Gli ospiti, senza capire niente pensavano che la regione si chiamasse Mpeia.
La popolazione è composta dai gruppi etnici: Atxuabo (Posto Campo), Apodzo (Mopeia) e nella pianura del fiume vivono gli Asena. Frammisti a questi grandi gruppi, vivono gli Alomwé, originari dell’Alta Zambézia, ex lavoratori della Compagnia Sena Sugar Estates, contadini e raccoglitori della canna da zucchero o pastori del bestiame, molto chiusi tra di loro, rendendo problematico l’integrazione con gli altri gruppi. Vivono tutti molto isolati  e distanti gli uni dagli altri. Molto superstiziosi, è accentuata la credenza nel “male” che è frutto di malocchio.

CASA DELLE SUORE DELL'ANTICA MISSIONE DI MOPEIA ORA DISTRUTTA

Gli Asena, erano molto versatili nell’arte della scultura e della filigrana. Qualsiasi legno era lavorato, ed in particolare le sculture di ebano erano veramente artistiche. Era molto lavorato anche l’avorio di elefante o di corni di altri animali. Molto ricercata era anche l’arte della filigrana: gli artisti fondevano le monete di argento, in uso dal Governo portoghese, e confezionavano cofanetti, collane, corone, braccialetti, anelli, orecchini e suppellettili per la mensa. Questi artisti, con la guerra fratricida di 10 anni, sono completante scomparsi, senza lasciare più traccia.
La regione non è molto abitata e la foresta molto ricca di legname pregiato: umbila, umbawa, pangire, chanfuta, ebano, sandalo. Prosperavano animali selvaggi di ogni genere, e la caccia era molto praticata.

CHIESA DELL'ANTICA MISSIONE DI MOPEIA ORA DISTRUTTA

L’agricoltura, allo stato di sussistenza, era praticata prevalentemente dalle donne, che dovevano provvedere all’alimento della loro famiglia. Gli uomini si dedicavano alla caccia e alla pesca. È molto nota all’interno di questa regione, una popolazione che ancora non sa coltivare la terra e si ciba solo di carne e pesce. Chi vuole cacciare o pescare non deve eccedere una quantità superiore a pochi giorni.

Scelta travagliata del luogo per la futura Missione.

P. EDOARDO GUASTADISEGNI E P. RENATO GRECO, PRIMO SUOERIORE DELLA MISSIONE DI MOPEIA

Mopeia faceva parte della Custodia della Zambezia Inferiore, (Sede e Campo) affidata dall’Ordine ai Cappuccini di Puglia.
I Missionari Cappuccini della Provincia delle Puglie, arrivarono in Zambesia in 8 (5 Sacerdoti e 3 Fratelli) il 04 Maggio 1951. Tre di essi si portarono a Mopeia dove arrivarono, il 06 Giugno 1951. La Missione gli era stata affidata dal 1º Vescovo di Beira, Don Sebastião Soares de Resende, che divise la grande e antica Missione di Chupanga (a destra del corso del fiume), prendendo il nome di Madonna di Fatima. Più tardi, nel 1955, il 1º Vescovo della nuova Diocesi di Quelimane, Don Francisco Nunes Teixeira la affidó alla protezione della Madonna Mediatrice Universale.

FRA GIOCONDO GAUDIOSO E P. PROSPERINO GALLIPOLI

Ci furono vari tentativi per scegliere il posto adatto per una missione. Si passò da Conho a Chimwara, per ritornare definitivamente a Conho. Ancora ci sono i resti della casa, vicino al fiume Zambezi a Chimwara. Da quelle finestre, i Missionari per diversi mesi all’anno, potevano pescare pesce con l’amo.
La regione era insalubre ed i Portoghesi e gli Inglesi non gradivano la presenza dei missionari nelle vicinanze per non avere testimoni scomodi. I Missionari volevano fondare la Missione dove si trovasse gente. Alla fine prevalse la scelta nel territorio del Regolo Conho, tra i fiumi Longosi e Mecombesi, vicino ad un grande lago NHAMIKUNGUNI, non molto popolato e lontano dalla sede del Distretto e della Direzione della Compagnia, a circa 22 chilometri. Il posto, situato in un ambiente tipicamente africano, era circondato dalla foresta tropicale con laghetti e fiumi.

FRA GIUSEPPE GAUDIOSO

Pian piano la zona incominciò ad avere l’aspetto di una missione africana. Nacquero le prime costruzioni in muratura che sostituivano quelle in pali e fango: Furono costruite: la Chiesa, la casa dei padri, l’internato maschile e femminile, che in mancanza delle suore, era diretto da alcune pie vedove; una scuola primaria e nel 1972 una scuola media; nel 1971 finalmente la casa per le suore, che non fu mai abitata. Fu approntata una scuola di taglio e cucito, che confezionava divise di lavoro, e non solo, per i lavoratori della Compagnia a Luabo e Mopeia, (annualmente ve ne passavano circa 25.000) e una officina di meccanica per iniziare i giovani a condurre e riparare trattori. Pian piano la terra incomincio a produrre granturco, fagioli, riso, patate e ortaggi…., una piantagione di Cajú (circa 7.000 alberi). La gente voleva costruire la sua casa vicino alla Missione, per usufruire della assistenza sanitaria, dell’istruzione per i propri figli e di acqua potabile che ogni missione si sforzava di avere. Iniziò la sensibilizzazione al risparmio delle proprie economie per investirle nella costruzione di case definitive in muratura, in un unico progetto di villaggio.

         

P. POMPIO ANCORA E P. MARCELLO BAVARO

La Missione divenne un’oasi di accoglienza tipicamente francescana. Quanti passavano per quella strada, (Mopeia era a circa 200 chilometri da Quelimane e ne mancavano ancora altri 300 per arrivare a Beira) l’unica strada nazionale, la nº 1, che legava il Nord al Sud, trovandosi in difficoltà  per le piogge o problemi tecnici, erano soccorsi e ricevevano una decorosa accoglienza che li rinfrancava, pronti per continuare gli avventurosi viaggi di quei tempi.
Negli anni 60 si iniziò a costruire una rete di scuole in tutto il distretto. Al momento delle nazionalizzazioni (25 Luglio 1975), le scuole erano una trentina molte delle quali in muratura e che tuttora esistono. I Missionari, insieme al messaggio evangelico, portavano l’istruzione ed una nuova maniera di fare agricoltura.

FRA PASQUALE PIAZZOLLA

A titolo informativo, tutte le costruzioni della Missione di Conho, restarono seriamente danneggiate dalla guerra civile degli anni 82/92. Perfino l’archivio ed i registri furono bruciati, insieme a quelli della Missione di Luabo, dove erano stati conservati, nell’attacco terrorista del 30 Luglio 1985.

Persone e fatti in 60 di vita.

Il primo Superiore della Missione fu Padre Renato Greco, coadiuvato da Padre Marcelo Bavaro e fra Giuseppe Gaudioso.
In seguito vi passarono altri Missionari: Fra Pasquale Piazzolla, Padre Pompilio Ancora, Padre Remigio Costanza, Padre Gaetano Cristiano, Padre Prosperino Gallipoli, Padre Paolo Molfetta, Fra Giocondo Gaudioso, Padre Bruno Guarnieri, Padre Renato Jó Angulete, naturale di Cocorico  (Mopeia), che aveva studiato in Italia, Padre Fortunato C. Simone, Padre Edoardo Guastadisegni. Durante il período della guerra (1982/1992) passarono: Padre Francesco Monticchio e Padre Francisco Chimoio. Dopo gli accordi di Roma (04/10/1992) e la fine della guerra fratricida vi lavorarono, partendo dalla fraternità di Morrumbala, per mancanza di personale, fusa in un’unica zona pastorale, composta da Morrumbala, Mopeia e Luabo: Padre Zaccaria Donatelli, Padre Costantino Visentin, Padre Leone G. Innamorato e Padre Fortunato C. Simone.

P. RENATO JO ANGULETE DA MOPEIA

La maggior parte di questi frati sono già morti, ma alcuni ancora stanno sulla terra per raccontare la storia.
A mezzanotte del 25 Giugno del 1975 si festeggia l’Indipendenza del Mozambico dal colonialismo portoghese. Sotto un grande albero, Ntondo, vicino alla sede amministrativa di Mopeia, viene consegnata con grande rispetto ad un colono, la Bandiera Nazionale Portoghese, e con le note dell’inno nazionale, è issata quella del Mozambico. Il Signor Manuel Pinheiro, avvicinandosi a Padre Fortunato, durante la festa, gli confida la sua commozione per aver ricevuto con molto rispetto la Bandiera della sua nazione, il Portogallo.

P. MARCELLO BAVARO, P. GAETANO CRISTIANO, P. PAOLO MOLFETTA, P, TERENZIO ROMANO, FRA GIUSEPPE GAUDIOSO, P. CRISTOFORO CAMPANELLA, P. PROSPERINO GALLIPOLI

Il 04  Ottobre del 1992 inizia l’era di Pace per il Mozambico, con gli Accordi di Roma. Bisogna dimenticare anni di odio, di fame e di morte. La terra è generosa e produttiva. La gente deve ritornare alla sua terra di origine per produrre e migliorare il suo tenore di vita.. C’è un grande rischio di mine nascoste nelle strade. Si aprono vecchie e nuove strade per accedere alla Zona Bassa (nel Delta del fiume), e conosciuta come la zona della RENAMO!

P. BRUNO GUARNIERI

Si distribuiscono i primi soccorsi alla popolazione stremata, dalla guerra e da vari anni di carestia. Ma bisogna andare alla terra per produrre: si prospetta alla gente il lavoro organizzato in Associazioni, con modello cooperativistico. La gente non vuole sentire parlare di Cooperative, per non ricordare quelle fallimentari dei primi anni dell’Indipendenza. Ma ciascuno deve rendersi artefice del suo sviluppo, che non deve ricorrere sistematicamente alle donazioni e non è possibile crescere da soli.

Vescovo della Diocesi di Quelimane, Don Hilário da Cruz Massinga, e le suore di Mopeia

E l’Associazione Agricola della Pace, fondata e assistita dea Padre Fortunato, arriva ad avere nel tempo fino a 60 membri, e si dedica a migliorare la produzione agricola nella pianura dello Zambezi, vicino al grande lago TEWE, in una concessione di terra di circa 200 ettari, occupata da antichi coloni. Negli anni si produrranno circa 2.000 tonnellate di riso “prodotto senza concimi e poi venduto senza conservanti” e che diventano alimentazione di tanti mozambicani. La buona qualità del RISO TEWE, viene conosciuta ed apprezzata anche all’estero. L’Associazione, che produce anche granturco, fagioli, sesamo, girasole, verdure varie, inizia a usare tale denominazione, prima in Mozambico, e fa anche conoscere al Governo Centrale ed alle ONG che si avvicendano, le potenzialità agro/pecuarie di Mopeia, per un futuro sviluppo.

P. FORTUNATO SIMONE

Il 02 Giugno 2004 viene costituita ufficialmente l’Associazione. Sottoscrivono il loro statuto i primi dieci elementi, davanti al Notaio venuto da Quelimane. Lo Statuto sarà poi pubblicato sul Bollettino della Repubblica del Mozambico il 04 Agosto del 2004.

CAMPO DI GRANTURCO

L’Associazione, fondata per sviluppare attività agricole, con gestione propria, soffre gli alti e bassi specifici di coloro che si muovono nelle attività agricole. Lo stato di crisi permanente della regione, climatica e sociale, la non adattabilità della gente ai principi associativi e l’egoismo sono alcune cause che ritardano lo sviluppo di tutta la comunità, la quale assiste passivamente agli sforzi di pochi.

CAMPO DI RISO

Il 10 Ottobre del 2000, Don Bernardo F. Governo, Vescovo di Quelimane, benedice la nuova Chiesa, nella cittadina di Mopeia. Padre Fortunato C. Simone la costruisce, sforzando di far collaborare tutta la comunità cristiana e provvede a far scavare un pozzo di circa 25 metri di profondità, fornendolo duna pompa manuale per dare acqua potabile a tutta la popolazione vicina.

 

È il primo nucleo della futura sede parrocchiale, che sostituirà la Missione di Conho, molto danneggiata dalla guerra e lontana dalla gente.
Il 05 Ottobre del 2008, il nuovo Vescovo di Quelimane, Don Hilario da Cruz Massinga, presenta a tutta la comunità di Mopeia, le tre suore della Congregazione brasiliana delle Francescane del Cuore di Maria: Celina dos Santos, Maria Pereira de Lima e Márcia Andreia Caetano da Cruz. Arrivate a Quelimane il 27 Settembre del 2008, sono state accompagnate dalla loro Madre Generale, Elza Maria Pianta. Dopo 57 anni dalla fondazione della Missione, anche Mopeia riceve le sue prime suore, che certamente daranno un valido contributo alla evangelizzazione e all’annunzio della Buona Novella di Cristo.
 

La Missione cattolica di  Mopeia

PULITURA DEL RISO

Per 60 anni il popolo di Mopeia ha fatto un cammino insieme al gruppo di frati Cappuccini pugliesi, aiutati in questo dalla loro regione.
Difficoltà ambientali ci sono sempre state, prima fra tutte il clima malsano. E poi il non facile rapporto umano con la gente locale, molto diffidente ad ogni novità e sempre sospettosa di tutti gli “Azungo” (Bianchi venuti da lontano).
Ma nonostante tutto, in questa regione dell’Africa e del Mozambico è stato portato il primo annuncio della Buona Novella di Cristo. É iniziata una Nuova Chiesa: quella di Mopeia che deve continuare a crescere, accompagnando l’evoluzione dei tempi.


 

P. GIOCONDO, P. RENATO E FRA PASQUALE

É stato lanciato un seme. L’ albero sta crescendo e potrà ospitare tra i suoi rami, nidi fecondi di vita cristiana.
I frati Minori Cappuccini, che hanno contribuito a impiantare anche l’Ordine Francescano, sono coscienti di aver evidenziato il Regno di Dio in questa terra e potranno continuare il loro inserimento nella società, seguendo il Carisma specifico, libero da condizionamenti umani.

Mopeia, 29 Novembre del 2010, festa dei Santi Francescani.

Fra Fortunato C. Simone, OFMCap.