I LUOGHI DI
FRA GIOVANNI BATTISTA DA CAMPIE
VISITANDO L’EX CONVENTO CAPPUCCINO DI S. ELIA ATTRAVERSO LA NARRAZIONE DELL’ANNALISTA FRA FRANCESCO DA PULSANO

 

Viali di entrata nel vasto giardino del convento

“Fra Giovanni Batista zappava ogni giorno nell'horto così prima di andare alla cerca come dopo il ritorno da quella”

 

“Per il gran desiderio c’havea di servir le messe, pregava li sacerdoti che lo chiamassero quando volessero celebrare; e si bene si trovava talhora e spesso all’horto a zappare, tutto stanco e sudato… subito così tutto stanco e affaticato e tutto sudore n’andava con allegrezza grande a servire in quel ministero tanto desiderato et invidiato a noi dagli angeli”.

La chiesa del convento di s. Elia

“Era devotissimo della Santissima Vergine … e del Santo Sagrificio della messa ed ogni giorno ascoltava almeno tre messe comunicandosi cotidianamente… Vegliava molto nell’orattione e sempre si levava due hore avanti matutino e se n’andava in chiesa ad orare e contemplare…”

          

Pala d’altare della chiesa di S. Elia: la trasfigurazione

 

Il convento di s. Elia.

 

In questo convento fra Giovanni Battista “si fece cappuccino e ricevette l’abito” il 27 febbraio del 1599

“La virtù della carità era talmente radicata nel cuore, che per la fedel custodia di essa, vi vigilava con indicibil sollecitudine e diligenza…
Confidava molto nella divina provvidenza, né restava defraudato dai suoi giusti e santi desiderij”.

 

“Il fedel servo di Cristo, fatta la professione si diede a tal asprezza di vita che lasciando le suole andò scalzo tutto il tempo di sua vita… nelle nevi e nelli ghiacci andando a piedi nudi… Portò sempre un habitetello semplicissimo vecchio e rappezzato… La sua vita fu un continuo digiuno, facendo tutte le quaresime, che era solito fare il Serafico Padre San Francesco, … perlopiù il suo mangiare era un poco di pane e di cipolla…>

 
 

Il chiostro

“Questo fedel servo di Cristo meritò d’esser favorito dalla maestà divina con molti favori e gratie, ottenendo dalla divina mano quanto desiderava, onde affermano molti e molti secolari, che quanto desideravano ottenevano da Iddio col mezzo dell’orattioni di questo servo del Signore con raccomandarsi alle di lui orazioni…
Fece Iddio molti miracoli dopo la morte di questo suo fedel servo col mezzo delle sue reliquie”.  

“Fu ubbidientissimo, né mai avrebbe contraddetto di fare quello che gli veniva imposto dai superiori, … siccome chiaramente si vidde che quantunque decrepito, e già di 80 anni, che giustamente avrebbe potuto scusarsi dal peso e dalla fatica della cerca, egli giammai se ne sottrasse sino a che ebbe forza la sua fragil natura”.

    

“Portava nelle reni continuamente cinta una cintura tutta piene di punte di ferro e l’era talmente incarnata nelle reni per lo continuo portarla, che non fu possibile a poterseli levare né anco dopo la sua morte”.

       

“Il buon religioso, ai frati poi parlava dell’osservanza della regola, della meditazione dei dolori di Cristo… sopramodo esortava i giovani alla carità degli infermi e che per essi non si curassero di lasciare l’oratione… e diceva:<pigliate fratelli sempre le cose in buona parte, scusate il prossimo né mai pensate male di quello.>

I corridoi

  

“Venne finalmente il servo del Signore al fine dè giorni suoi per ricevere da Dio il premio delle sue fatiche… nella sua stanza non si trovò altro che la disciplina, la Regola, la corona ed una Madonnina… dopo essere stato alquanto colla mente come elevata in Dio, levandosi impetuosamente in ginocchio cominciò con molte affettuose parole a dire: <o Madre Santissima, o Beata Vergine, pigliatemi con essa voi in Paradiso>. E dette queste parole, lasciandosi di nuovo andare sopra del letto, spirò immediatamente l’anima sua felice e beata nelle braccia della Santissima Vergine”.

In questo convento visse e morì santamente fra Giovanni Battista da Campie.
Qui praticò la pazienza. Ad un frate ingiustamente incollerito con lui, <il servo di Christo disse: merito di peggio per li peccati miei, calpestatemi la faccia e fatemi di peggio, perché lo merito, te ne ringrazio fratello, sia per l’amor di Dio e per li miei peccati>.
Qui, il grande amico di Dio pregava, meditava e contemplava la passione del Signore: <Signore mio, o Signore mio, quali dolori saranno stati li tui. in tempo della tua dolorosa passione, così da essere flagellato, come sopra della croce per li miei peccati, se io tanto dolor sento da questo freddo. Sia per amor tuo Signor mio, sia per amor tuo.>

Dal 23 novembre del 2008, dopo 410 anni dalla sua partenza da Campi per il convento di S. Elia,  i resti mortali di Fra Giovanni Battista da Campie, riposano nel convento dei cappuccini della sua patria, insieme a quelli di altri 15 suoi confratelli.


 

* A mo’ di nota a piè di pagina.
Nella sacrestia del convento cappuccino di Campi Salentina, si conserva questo quadro. Nella recente pubblicazione del libro I Cappuccini a Campi Salentina – Tre secoli di storia fede e cultura (Lecce 2008, pagg. 278-279) Maria Rosaria Ingrosso, lo ha intitolato “Cappuccino orante”.
C’è qualcosa di strano.
Non se ne conosce la provenienza, il secolo in cui è stato realizzato, il soggetto rappresentato.
Certo è che la sua rappresentazione iconografica non coincide con quella di nessun altro santo o beato cappuccino.
La mancanza della chierica esclude che l’autore voglia rappresentare un frate sacerdote. D’altra parte, mancano i simboli che caratterizzano dal punto di vista iconografico, un fratello religioso non sacerdote.

Chi è questo frate cappuccino anonimo?
E’ solo un quadro allegorico?
Lo abbiamo associato alla figura del santo frate “anonimo e feriale” fra Giovanni Battista da Campie, servo del Signore.
Se fosse più bello, non se ne abbia a male!
Ma il suo piede nudo e la sua statuarietà in preghiera molto fa pensare a quanto di lui scrisse l’annalista cappuccino fra Francesco da Pulsano: “…lasciando le suole, andò scalzo tutto il tempo di sua vita, …  e nelle nevi e nelli ghiacci, andando sempre a piedi nudi.
… Vegliava molto nell’orattione… sempre orava in ginocchio le due o tre hore… senza punto muoversi, come se fusse stato una statua di legno o di marmo!”

“A LAUDE DI CRISTO E DELLA SUA
SANTA MADRE LA VERGINE MARIA”

fra fra